CAGLIARI. “La situazione sanitaria in Sardegna è sotto forte stress, fortemente critica: non c’è da stare tranquilli nonostante l’indice Rt basso”. Lo dice Massimo Temussi, commissario straordinario dell’Ats, nel giorno in cui il piano dettato dalla Regione, inizia a prendere forma. Chiude il Pronto Soccorso del Marino di Cagliari, e gli operai sono al lavoro h24 per recuperare i primi 40 posti letto al Binaghi, 110 entro un mese. Così ci dovrebbero essere posti per tutti i pazienti covid con i tre presidi ospedalieri (Binaghi, Marino e Santissima Trinità) dedicati a tutti coloro che hanno contratto il virus e necessitano di ricovero. Lavoro giorno e notte, incessante anche per i vertici a capo del sistema sanitario regionale, che appena dieci giorni fa si sono dati 40 giorni di tempo per recuperare 200 posti letto.
“L’Isola deve fare i conti con un sistema che dal punto di vista infrastrutturale conta il 75 per cento degli ospedali non accreditabili secondo le nostre regole di accreditamento della regione: negli ultimi anni non si è fatto nulla”, dice Temussi, “uno dei grandi problemi è avere diversi presidi, diversi plessi che fanno la stessa cosa. Due o tre ortopedie ad esempio nella stessa area geografica”.
Intanto la Sardegna deve contare ogni giorno almeno 400 nuovi contagi, e non basta un indice rt basso per tranquillizzare chi lavora per cercare di far fronte all’emergenza. “La nostra soglia dell’attenzione è ben più dell’rt”, precisa il commissario straordinario dell’Ats, “non c’è da stare tranquilli, quindi c’è da non dormire e da lavorare”.
Le criticità in effetti non mancano, le immagini delle ambulanze parcheggiate per ore e giorni davanti al pronto soccorso del San Francesco di Nuoro, sono solo l’ultima dimostrazione. “Non parlo di mistificazione in generale, la fila al San Francesco di Nuoro fanno parte di una contingenza che tutti ben conosciamo, tre ore dopo al San Francesco non c’era neanche un’ambulanza”, risponde Temussi, “in tutta la giornata di ieri non c’era neanche un’ambulanza, gli operatori li conosco anche io, le foto le ho anche io. Ho chiesto un incontro coi sindaci del territorio e con il prefetto, non bisogna continuare a pubblicare le foto su Facebook e dire che il sistema sta crollando perché non facciamo altro che ingenerare confusione, e preoccupazione nella popolazione e negli operatori che sono già al limite dello stress”.
Altro tema sono i vaccini antinfluenzali. “Arriveranno”, assicura Temussi, “non sappiamo quando e quanti, siamo relegati a un sistema nazionale”.