CAGLIARI. Due gruppi di trafficanti di droga autonomi e distinti: uno guidato da Andrea Murru, 36 anni, l'altro da Jonathan Pirina, 29, entrambi di Cagliari. Si è conclusa con gli arresti dei due giovani "boss" che gestivano il mercato della droga in città l'operazione "Marina Express", che nel corso degli ultimi anni ha portato a numerosi arresti e sequestri di droga. L'indagine è partita nel 2016 ed è andata avanti tra la fine del 2017 e il 2018, quando il sodalizio criminale aveva subito il primo duro colpo: gli investigatori della Seconda Sezione della Squadra Mobile in quell'occasione avevano arrestato in flagranza 15 persone e sequestrato quasi 5 chili di droga (tra cocaina, hashish e marijuana), più circa 20mila euro in contanti. Ma l'inchiesta è andata avanti per arrivare ai vertici delle due bande criminali.
La prima ad essere incastrata è stata l'organizzazione messa in piedi da Andrea Murru, pregiudicato che, nel tempo, era riuscito ad acquisire il totale controllo della “piazza” di spaccio di via Tevere, gestendo ed affidando la vendita della droga a fedeli spacciatori, alcuni muniti di borsello a tracolla con le dosi della droga già pronte. Questi pusher venivano “protetti” da alcune vedette posizionate nei vari punti strategici e approvvigionati da altri soggetti che custodivano il grosso dello stupefacente che man mano veniva suddiviso in dosi.
Dietro c'era una struttura ben organizzata: Murru usava giovani spacciatori, vedette e custodi, ciascuno con il proprio ruolo e un modus operandi specifico.
Ed è proprio grazie alla mossa di uno dei componenti del sodalizio, Gianluca La Placa, che gli investigatori sono arrivati al secondo gruppo di trafficanti, quello gestito da Pirina. La Placa aveva fatto qualche acquisto di droga dal 29enne: da lì sono proseguite le indagine, che hanno fatto emergere un altro giro di spacciatori, che operavano prevalentemente nel quartiere della Marina, in centro a Cagliari. Pirina non faceva solo da “grossista” per il rifornimento dei vari spacciatori, ma gestiva piramidalmente un suo gruppo consolidato fatto di validi collaboratori, attraverso i quali riforniva di stupefacente la zona della “Marina”: lo spaccio avveniva nei piccoli vicoli del quartiere, oltre ad una vasta area urbana approvvigionata di cocaina che veniva distribuita, per tutto l’arco della giornata, grazie a pusher che si muovevano a bordo di moto e auto, seguendo il criterio di smistamento tipico dei “pony express”. I suoi clienti erano tutti fidelizzati e contattavano lo spacciatore attraverso dei numeri di telefono dedicati, la maggior parte dei quali intestati a personaggi fittizi, con i quali si fissavano appuntamenti e quantitativi da acquistare. Le consegne arrivavano spesso direttamente a domicilio.
Murru e Pirina sono finiti in manette. Altre 24 persone sono ancora indagate.