MOLENTARGIUS. Nella terra dei fuochi quartese non bruciano solo arbusti. Nel rogo sotterraneo c'è anche plastica. A dirlo è l'Arpas, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che oggi dichiara come “accertata anche la presenza di materie plastiche”: le analisi effettuate negli ultimi giorni smentiscono di le affermazioni del direttore dell'Ente Parco Claudio Papoff, che, durante la seduta del Coc (Centro operativo comunale) di venerdì scorso, aveva confermato la combustione di arbusti vegetali ma non quella di rifiuti: “Non ho trovato rifiuti. Potrebbe trattarsi solo di combustione di materiale vegetale”, si legge nel verbale della seduta straordinaria del 22 settembre.
Ma la verità, confermata oggi dall'Arpas, è un'altra: nel sottosuolo di Molentargius bruciano anche materie plastiche, che richiedono la “necessità di operare con la massima urgenza per lo spegnimento dell'incendio e della combustione dei materiali”. Facile. Visto che intorno al quella che dovrebbe essere u'area protetta, e all'interno, è pieno di discariche di rifiuti di qualunque tipo (QUI LA NOTIZIA).
Sulla richiesta dei monitoraggi sull'aria e sul terreno proposta dal Comitato anti-diossina di Quartu, attraverso una lettera ufficiale dell'avvocato Renato Chiesa, l'Arpas risponde: "Per quanto riguarda diossina e Ipa non è possibile avere una lettura immediata in quanto, effettuati i campionamenti, le relative determinazioni analitiche comportano tempi tecnici più lunghi". Tradotto: in Sardegna non esistono laboratori che possano analizzare i campioni. Sarà necessario spedirli oltre mare e attendere gli esiti. Il laboratorio mobile, però - assicura l'Arpas - monitorerà altre sostanze presenti nell'aria in tempi molto più brevi. La centralina è stata avviata questo pomeriggio: è stata installata nel cortile della scuola media di via Turati (QUI LA NOTIZIA).