CAGLIARI. Prima le segnalazioni di alcuni pazienti, poi la comunicazione inviata a tutte le Assl. L'Azienda per la tutela della Salute in Sardegna ha avviato un'indagine su medici di base e pediatri che - stando a quanto denunciato dai pazienti - avrebbero "omesso prestazioni nei propri ambulatori e a domicilio, anche nelle comunità di accoglienza e residenze per anziani". È tutto scritto in un documento firmato dalla direzione generale, che ha deciso di procedere con un approfondimento sulle attività dei medici di famiglia nei mesi dell'emergenza, visto il "ripetersi di segnalazioni che riferiscono di episodi anche gravi". Anche se, precisano i vertici dell'Ats, "riteniamo altamente improbabile l'evenienza che qualche medico possa essersi sottratto ai suoi doveri in un momento com quello che stiamo vivendo".
A schierarsi dalla parte dei medici accusati i consiglieri regionali del Pd: "Riteniamo questa insinuazione a dir poco inopportuna ed esprimiamo piena fiducia nell’operato di questi operatori della sanità che sono presenti capillarmente sul territorio, costituendo un punto di riferimento per le famiglie”.
La questione si sposta quindi inevitabilmente sulla difficile condizione di tanti medici, spesso costretti a lavorare senza protezioni: "Più che la presunta scorrettezza di questi medici la quale, ribadiamo, è ancora tutta da dimostrare - si legge nella nota del Pd - verrebbe piuttosto da rilevare il modo in cui la loro Azienda li ha abbandonati a combattere da soli in frontiera, privi di dispositivi di protezione individuale che, nella maggior parte dei casi, essi si sono procurati autonomamente e con risorse proprie, sprovvisti di indicazioni chiare e precise sulle modalità di agire in questa pandemia al fine di tutelare la salute propria e dei pazienti".