PECHINO. “Non si può dire che l'epidemia in Cina sia finita, però iniziamo a vedere qualche spiraglio di speranza”. Lo racconta Giovanni Murgia, 33 anni, di Olbia, che dal 2016 vive a Pechino, in Cina, dove fa l’architetto per Woods Bagot, un’importante società che conta 15 sedi in tutto il mondo.
“La vita non è ancora tornata alla normalità”, spiega Giovanni. “Sono tornato al lavoro in ufficio però io e i miei colleghi dobbiamo rispettare le norme igienico sanitarie, per esempio indossare la mascherina”.
La quarantena. “Nella città di Pechino la quarantena è stata un po’ più leggera rispetto a quello che è avvenuto nella città di Wuhan. Qui potevamo andare a fare la spesa in coppia, i parchi sono rimasti aperti. Sono stati chiusi invece musei, ristoranti, locali e altri spazi affollati. Per questo motivo a Pechino è stato meno difficile affrontare la quarantena”, continua.
Le misure attualmente in vigore. Giovanni fa sapere che in questo momento le cose in Cina stanno migliorando. “Abbiamo ancora dei nuovi casi ma il governo cinese sta aumentando il numero dei test, ci sono dei controlli della temperatura all’ingresso dei parchi e nelle piazze principali. Ci si sta operando soprattutto per il controllo delle frontiere”, continua. Infine ci sono delle azioni volte a stimolare l’economia come per esempio delle agevolazioni fiscali.
Messaggio di solidarietà. Giovanni manda un messaggio di solidarietà ai sardi e agli italiani. “Non mi sento di dare un messaggio di estrema positività perché ancora ci vorrà del tempo prima che le cose tornino a posto. Sarà difficile passare questo momento, però, se continuiamo a rispettare le norme igienico sanitarie e ad aiutarci, insieme possiamo superare questo momento”.