CAGLIARI. Non interesserebbe la Sardegna il pasticcio delle mascherine non omologate fornite dalla protezione civile ai medici italiani. Il presidente della federazione degli ordini dei medici Filippo Anelli ha lanciato l'allarme: "Le mascherine ricevute nella giornata di ieri da parte della Protezione Civile, circa 600mila pezzi, non sono autorizzate per uso sanitario". La comunicazione era arrivata direttamente dal commissario per l'emergenza coronavirus Filippo Arcuri. Così è stato disposto di "sospendere immediatamente la distribuzione e l'utilizzo di quanto ricevuto, informando eventuali medici o strutture che ne fossero già in possesso".
E in Sardegna? In nottata è atterrato un carico di dispositivi di protezione all'aeroporto di Cagliari. "Ma quelle le abbiamo ordinate direttamente noi", spiega il capo della Protezione civile sarda Antonio Belloi, "le mascherine distribuite da Ats sono tutte chirurgiche omologate. In Sardegna non esiste il problema".
A rilanciare le anomalie in tre particolari situazioni di necessità era stato questa mattina il deputato di FI Ugo Cappellacci che, oltre che sulle mascherine, aveva attaccato anche sul flop del click day dell'Inps e sull'invio delle bollette da parte di Abbanoa.
“Il click day per accedere al bonus da 600 euro è un drammatico pesce d’aprile sulle spalle degli italiani”. Lo ha dichiarato Ugo Capellacci, deputato e coordinatore di Forza Italia Sardegna, commentando il flop della procedura per l’assegnazione della misura di sostegno rivolta a tutti coloro che dichiarano fino a 35 mila euro di reddito esentasse o a chi dichiara un reddito tra 35 mila e 50 mila euro che dimostra di aver subito cali di attività di almeno il 33% nei primi 3 mesi del 2020. “L’INPS dichiara di aver ricevuto 300 mila domande dall’una di notte e 100 domande al secondo e afferma che tutto va secondo i piani. Chi sta tentando di accedere – prosegue Cappellacci, mentre racconta in un video di Facebook di aver fatto una prova- vede che è impossibile accedere. Anche il numero verde risulta sempre occupato. Questo – domanda Cappellacci- è il modo di gestire un’emergenza? Mentre in altri Paesi i soldi arrivano direttamente sul conto corrente, qui si seguono procedure assurde. L’altro pesce d’aprile è il fatto che l’ordine dei medici sia stato costretto a comunicare con una lettera ai propri presidenti locali che il commissario Arcuri dichiara che le maschere FFP2 ed equivalenti inviati dalla protezione civile non sono utilizzabili e chiede di sospenderne la distribuzione. Il terzo pesce d’aprile è quello di Abbanoa, che continua ad inviare bollette a cittadini senza considerare che c’è un’emergenza liquidità. E’ evidente che i 25 miliardi annunciati dal Governo non bastano, che la macchina della gestione dell’emergenza è insufficiente, che mentre il paese si ferma si chiedono ancora soldi a chi non può incassare. Occorre cambiare registro - ha concluso Cappellacci- e adottare un assetto istituzionale, amministrativo adeguato ad una situazione di ‘guerra’ contro il virus e contro le sue tragiche conseguenze sociali, economiche, umane”.
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