CAGLIARI. Il buio è di certo tra le cause della tragedia di Sant'Elia, nella quale poco dopo le 23 del 16 agosto hanno perso la vita Giovanni Putzu e Nicola Sanna - finanziere di stanza a Palermo - i due giovani cagliaritani morti dopo l'impatto del gommone sul quale viaggiavano contro il frangiflutti del porticciolo. E qualcuno punta l'indice sulla mancanza di illuminazione nell'infrastruttura del piccolo approdo.
Questa mattina sul luogo della tragedia c'era il padre di Putzu, che anche durante la notte, dimostrando una forza d'animo impressionante, ha atteso che il corpo del figlio venisse portato via dagli scogli. Con lui, oggi, anche alcuni colleghi, tutti sommozzatori. Conoscono bene ogni palmo di costa e fondale della zona. Sanno che è incomprensibile la dinamica dell'incidente: il gommone è andato a schiantarsi a pochi metri dalla battigia, in un tratto di mare profondo forse appena mezzo metro. Ma si guardano intorno, ritornando alle ore drammatiche dopo l'incidente. Tutti i lampioni del lungomare erano spenti. Niente segnalazione visiva per quel dito di rocce che entra in mare per una ventina di metri. Che però Giovanni conosceva bene: sommozzatore anche lui, esperto della zona. L'ipotesi è che non ci fosse lui alla guida dell'imbarcazione di sua proprietà. Forse era a prua, forse di spalle. Distratto. E il buio non ha favorito che portava il gommone.
Stamattina amici e colleghi del padre si guardavano intorno: "Perché", ha chiesto uno di loro, "non stanno più accendendo le luci? Qui non è segnalato niente". Ma il signor Putzu, uomo di mare, risponde: "Dovevano stare a duecento metri dalla costa, in ogni caso". Conosce le regole, le conosceva il figlio. Prima dell'impatto fatale deve essere successo qualcosa. "Si deve essere distratto, per forza", dice. Solo le indagini e gli interrogatori delle ragazze sopravvissute, la palermitana Maria Bonfardeci e la cagliaritana Claudia Mallica - operatrice sanitaria - potranno far capire cosa sia successo. La Mallica ha riportato una frattura scomposta al femore, potrebbe essere necessario l'impianto di una protesi: è ricoverata al Marino. La Bonfardeci è ricoverata in Neurochirurgia al Brotzu: ha un trauma facciale e delle possibili lesioni alla colonna vertebrale. Entrambe, per fortuna, non sarebbero in pericolo di vita.