CAGLIARI. In Sardegna aumenta il numero dei morti sulle strade: più di 100 nel 2018, con un incremento del 15 per cento rispetto all'anno precedente. E, secondo le stime, nei prismi sei mesi del 2019 le vittime sono state più di 50. Una strage continua, da nord a sud. Le cause? Si legge spesso di strade killer ma il più delle volte il sangue scorre a causa del mancato rispetto delle regole e della disattenzione.
I numeri terribili sono emersi alla Mem, durante un incontro fra la Polizia stradale e i ragazzi tra 17 e 19 anni delle scuole Siotto, Alberti e Pitagora, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada.
Una lezione sui generis, per i ragazzi, per il tipo di insegnanti e per le modalità di insegnamento. Perché quando c'è di mezzo la vita non si deve andare troppo per il sottile per inculcare i concetti.
In cattedra c'erano il questore Pierluigi D'Angelo, il dirigente della Polstrada Raffaele Angioni e agenti che ogni giorno pattugliano le principali arterie dell'Isola. E per mandare messaggi ai ragazzi non sono state usate solo le parole: sugli schermi, davanti agli studenti di tre classi che a breve prenderanno la patente, sono state proiettate immagini di incidenti veri e le loro ricostruzioni. Le cinture? Vanno allacciate sempre: perché sennò, come è stato chiaro dalle immagini, si finisce fuori dal parabrezza o si sbatte il volto, con conseguenze terribili. La regola vale anche per chi siede nei sedili posteriori. La distrazione alla guida o il mancato rispetto della distanza di sicurezza? Hanno come conseguenza un violento schianto contro un camion che precede il veicolo. Tutte scene vere. Che a volte sembrano banali. Ma sono costate la vita a qualcuno.