CAGLIARI. Gli israeliani "colonizzano" il Forte Village. Da metà ottobre e fino a domenica 17 novembre l'ultraesclusivo resort di Santa Margherita di Pula, sul versante occidentale del golfo di Cagliari, è stato affittato dalla Elbit System Ltd, la più grossa industria israeliana di progettazione e costruzione di armamenti tecnologici, una delle più importanti del mondo nel settore bellico.
Un fatturato annuale con una decina di zeri. Somme in dollari. Una potenza industriale, tanto ricca da poter prendere in esclusiva le lussuose stanze e suite del Forte, i suoi campi, la sua spiaggia, i suoi ristoranti (tutto, insomma) per una vacanza premio regalata a tutti i suoi dipendenti e ai loro familiari. Turisti sui generis arrivati a ondate, a bordo di voli charter con la stella di David sulla coda, atterrati a Elmas fino a cinque volte al giorno. Poi il trasferimento a bordo di pullman lungo la Statale 195. Dati ufficiali non ce ne sono, ma in quest'ultimo mese si tratterebbe di oltre diecimila persone che hanno goduto ognuna, con famiglia, di un soggiorno di circa una settimana. A presidiare gli sbarchi e i trasferimenti un imponente dispiegamento di forze dell'ordine italiane, che hanno affiancato guardie private assoldate dalla Elbit e servizi segreti israeliani. Il Mossad in questi giorni ha lavorato in Sardegna. Per garantire la serenità dei vacanzieri che godono dello stipendio erogato da un'industia di guerra, produttrice dei droni usati per bombardare Gaza e i palestinesi e venduti in tutto il mondo: solo lo scorso 6 ottobre Elbit ha annunciato di aver incassato una commessa per la vendita di mille robot armati volanti a un paese del sud est asiatico, per un valore di 153 milioni di dollari. Thor, si chiamano queste macchine di guerra, come il dio scandinavo del tuono.
Nella privilegiata agiatezza del Forte non si sente l'eco dei boati prodotti da questo business. Chissà se qualche manager ha fatto visita al vicino poligono di Capo Teulada, dove le armi si sperimentano sul campo. L'ipotesi potrebbe essere rafforzata dalla presenza, in un altro albergo sulla costa, di elicotteristi di un'altra multinazionale degli armamenti. Chissà se è stato unito l'utile al dilettevole.
Di certo c'è che a Teulada gli israeliani ci sono passati, ma in bus, scortati da polizia o carabinieri: tour sulla costa, viaggi sulla costa, escursioni al nuraghe di Barumini o alle grotte di Is Zuddas. Faceva tutto parte del pacchetto. Che non era certo segreto, almeno all'apparenza, su Instagram i vacanzieri avevano anche un hashtag per riconoscersi quando pubblicavano le loro foto. La vacanza sui social si chiamava #elbissimo.
Riserbo è la parola d'ordine al Forte durante la stagione estiva, top secret quella di quest'ultimo periodo: chiunque entrasse veniva perquisito, venivano controllate le auto, gli spostamenti all'interno erano monitorati da un gigantesco impianto di videosorveglianza, i ristoranti e le mete di viaggio erano passate al setaccio da uomini esperti. Anche i cartelli, all'interno del Forte, sono stati cambiati: tutte le scritte e le indicazioni erano in ebraico. Le cucine servivano cibo kosher. Migliaia di israeliani hanno goduto di un soggiorno privilegiato. Mentre all'esterno, vicino alla loro casa, le cronache sono insanguinate dai bombardamenti sulla striscia di Gaza. Da una parte i palestinesi, con i loro missili. Dall'altra loro, gli israeliani, con le armi prodotte dalla Elbit System Ltd.