CAGLIARI. C'è un telo di plastica a circondare un'ala della mesa universitaria di via Trentino, a Cagliari. Lì, martedì mattina all'ora di pranzo, quando decine di ragazzi stavano mangiando, è crollato il controsoffitto. Pezzi di cartongesso marci a causa delle infiltrazioni. Ma l'episodio legato forse alla scarsa manutenzione per i ragazzi è solo uno dei tanti problemi dei servizi erogati dall'Ersu, l'ente per il diritto allo studio universitario. Basta tornare l'indomani, alla stessa ora del cedimento. Ci sono studenti in fila, come ogni giorno: aspettano anche quaranta minuti per sedersi a mangiare. "La mensa è troppo piccola", lamentano gli studenti, "dobbiamo aspettare anche 40 minuti prima di mangiare".
E se per mangiare gli studenti fanno i conti con i disagi, non sono meglio serviti quando si tratta di dormire. Mancano i posti letto. Solo a Cagliari ci sono oltre diecimila fuorisede. Gli alloggi nelle case dello studente dell'Ersu sono pochi rispetto al numero dei richiedenti: solo mille fra Cagliari e Sassari (500 nel capoluogo) e più di duemila gli studenti che presentano domanda. Alcuni viaggiano, ma altri sono costretti a prendere stanze in affitto, con costi che superano i 200 euro mensili, a seconda della zona. In nero, molto spesso.
"Gli spazi ci sono" ha detto Francesco Pitirra, consigliere d'amministrazione dell'Ersu di Cagliari e consigliere nazionale degli Studenti Universitari al Ministero, "ma alcune case dello studente, come quella in via Montesanto e via Roma sono chiuse da anni. E il campus di viale La Playa? Non si hanno notizie. Servono posti letto e ci servono il più in fretta possibile