CAGLIARI. "La Sardegna non è una terra asismica, ma adesso abbiamo i mezzi per poter rilevare anche le piccole scosse". Lo ha spiegato il professor Antonio Funedda, docente di geologia strutturale all'università di Cagliari. Il piccolo terremoto di ieri notte, domenica 22 settembre, alle 21,21 a Samassi, ne è la prova: "Questi piccoli sismi li abbiamo sempre avuti in Sardegna, ma sono così lievi che solo raramente vengono percepiti dalla popolazione".
"Bisogna fare chiarezza però", puntualizza Funedda, "Il territorio sardo è molto diverso da quello dell'Albania e degli Appennini. Il terremoto di ieri a Samassi di magnitudo 2(non percepito dall'uomo) aveva la stessa forza di un'esplosione di 15 chili di tritolo. Mentre i terremoti che stanno avvenendo in Albania arrivano fino a una forza di 16 chilotoni di tritolo. Una forza pari alla bomba atomica di Hiroshima.
"La Sardegna è come una zattera", conclude Funedda, "è soggetta ad alcuni spostamenti perciò talvolta si alza o si abbassa. Non è ferma, ma non si muove tanto".
Erano passati 5 mesi dall'ultimo evento sismico, seppur di piccolissima entità nell'Isola. La scossa di magnitudo 2 avvertita stanotte alle 21 e 21 a Samassi è il quarto fenomeno sismico nell'arco di meno di un anno. Il primo, con un magnitudo di 3,5, il 6 dicembre al largo della costa nord orientale di dell'Isola; il secondo a Villasimius, classificato 1,5 sulla scala richter e il terzo, pochi giorni dopo, il 4 aprile in Ogliastra a 13 chilometri a sud di Tertenia.