CAGLIARI. "Un atteggiamento sconcertante". Così i portavoce dei pastori sardi Nenneddu Sanna e Gianuario Falchi commentano la scelta dell'assessore all'Agricoltura Gabriella Murgia di escludere una loro rappresentanza dall'ultimo tavolo del latte convocato a Cagliari. Erano presenti organizzazioni di categoria, rappresentanti di Confindustria e Assolatte, i Consorzi di tutela e del mondo del credito (Abi e Confidi), ma nessuna sedia occupata dai pastori, che hanno portato le istanze delle campagne ai tavoli ministeriali avviati dopo la protesta di febbraio. "Abbiamo atteso con pazienza - spiegano Sanna e Falchi in una nota - che la nuova politica regionale prendesse coscienza del problema. Ma per la neoassessora noi non esistiamo". I portavoce dei pastori lamentano una totale mancanza di interesse al problema latte da parte della Murgia, "che - commentano - si riduce al ruolo di portavoce di una neonata associazione che promette ai pastori che sarà pagato il latte al prezzo politico di 1,12 euro più Iva". Dal tavolo convocato in assessorato, intanto, non è arrivata alcuna proposta regionale sulla vertenza latte. E i pastori attaccano: "Illudere gli allevatori dopo la crisi e le proteste dell’anno scorso senza avere basi solide è un atteggiamento molto pericoloso che può condurre a situazioni complicate nell’imminenza della nuova campagna 2020". E chiedono l'intervento di Solinas: "A questo punto ci troviamo costretti a chiedere al presidente di occuparsi direttamente della questione".
Qui la nota integrale dei portavoce dei pastori Nenneddu Sanna e Gianuario Falchi.
"Anche ieri l’assessora Murgia ha convocato il tavolo latte dimenticandosi della componente di allevatori che ha promosso e gestito la protesta del febbraio scorso. Un atteggiamento sconcertante. Abbiamo atteso con pazienza che la nuova politica regionale prendesse coscienza del problema latte e desse seguito agli esiti dei tavoli realizzati in prefettura a Sassari, all’ultimo dei quali hanno partecipato anche l’assessora e il Presidente della Commissione Attività Produttive, nei quali i nostri rappresentanti hanno firmato accordi formali che hanno passato anche il vaglio dell’AGCM. Per la neo-Assessora noi non esistiamo.
Per contro, l’Assessora si riduce al ruolo di portavoce di una neonata associazione, che come è già avvenuto nel recente passato da parte di altri politici, promette ai pastori che sarà pagato il latte al prezzo politico di 1,12 € più IVA. Si presume che la regione abbia identificato la fonte delle risorse e i percorsi legislativi che consentano di superare le norme in atto che impediscono aiuti diretti agli allevatori. Illudere gli allevatori dopo la crisi e le proteste dell’anno scorso senza avere basi solide è un atteggiamento molto pericoloso che può condurre a situazioni complicate nell’imminenza della nuova campagna 2020. I precedenti tavoli hanno scartato questa possibilità anche perché noi abbiamo chiesto non umilianti soldi a pioggia ma regole certe che evitassero speculazioni sulla vendita del formaggio e che portassero il mercato a riconoscere la giusta remunerazione per il latte.
Su queste basi abbiamo inviato proposte formali di riforma della filiera al Mipaaft, al prefetto di Sassari e al consorzio del pecorino romano come siamo in grado di dimostrare e che presto invieremo anche al presidente Solinas. Da indiscrezioni di stampa pare che ieri, come ampiamente prevedibile, si sia svolto un tavolo inutile che non solo non ha apportato nulla di nuovo ma rischia di far ripartire la vertenza dal punto zero di febbraio. Checchè ne dica il presidente Palitta le proposte di emendamento del piano di regolazione sono già nella sua disponibilità e deve semplicemente rispondere se intende tenerne conto o meno e smetterla con atteggiamenti dilatori che tendono solo a allungare i tempi per arrivare a costringere il sistema a approvare qualsiasi piano purchè sia. Ricordiamo che siamo anche in grado di dimostrare che il ministero ha ritenuto non ammissibili le quote assegnate direttamente all’allevatore ma che ha invece giudicato percorribile un sistema di quote che fondandosi sulla quantità di latte atto a divenire acquisito dai caseifici sostituisce le quote basate sulle produzioni storiche del pecorino romano ribaltando il vecchio sistema teso a proteggere chi per anni si è fatto padrone (senza averne il diritto) del nostro latte. Abbiamo inoltre chiesto con forza che alla guida dei tre consorzi e dell’organismo interprofessionale Oilos ci debbano essere qualificati manager, persone competenti, libere da interessi di parte.Al punto in cui siamo ci troviamo costretti a chiedere al presidente Solinas di occuparsi direttamente della questione coinvolgendo persone che abbiano titoli e personalità per gestire una partita cosi complessa".