CAGLIARI. Blocco di circa un quarto d’ora per ogni mezzo che cercava di varcare il cancello de molo dogana al porto di Cagliari. La protesta dei lavoratori del Porto Canale si infiamma: non hanno certezza sul loro futuro. A questo si aggiunge il problema dello stipendio che questo mese non è arrivato per circa 210 dipendenti dell’azienda madre. Hanno indossato le loro divise e appeso gli striscioni “ridateci lavoro e dignità” e ancora “lavoratori I. Ter. C. pronti a tutto”.
In Prefettura è stato convocato un incontro d’urgenza. Nel frattempo circa 20 lavoratori sono rimasti davanti al molo dogana e sono pronti a dormire davanti all’ingresso. “O ci arrivano le risposte che aspettiamo o da qui non andiamo via”, ha spiegato Serafino Olianas. “Io ho famiglia, come tutti i miei colleghi, senza stipendio non possiamo andare avanti”, ha detto Nicola Usai.
Solidarietà ai lavoratori è arrivata anche dalla candidata sindaco di centrosinistra Francesca Ghirra: "Va immediatamente riaperto, all'insegna della concretezza, il tavolo interistituzionale con il coinvolgimento dei sindacati. Nessun lavoratore deve rimanere senza il proprio reddito nel corso della gestione della vertenza, ogni retribuzione maturata deve essere liquidata e in caso sia necessario il ricorso ad ammortizzatori sociali devono essere assicurati i livelli adeguati e tempestività nei pagamenti. Sul Porto Canale ci sono decenni di investimenti miliardari che in Sardegna non possiamo permetterci di sprecare. Spetta a Stato e Regione promuovere il ruolo dell'Isola come piattaforma logistica di un efficiente sistema di scambi commerciali nel Mediterraneo. La città non starà a guardare passiva l'inerzia di una politica distratta. Occorre da subito un concreto intervento di Regione, Autorità portuale e Ministero del Lavoro per dare vita a un'agenzia formativa per il Porto Canale".