CAGLIARI. Regione e Movimento 5 Stelle alla guerra del carbone. Uno contro l'altra. Al centro dello scontro c'è il provvedimento del ministero dell'Ambiente che impone entro il 2025 la chiusura delle centrali elettriche a combustibile fossile. Il presidente Pigliaru, con la giunta, ha deciso di impugnare il provvedimento davanti al Tar: c'è in gioco, è la tesi, della sopravvivenza di molti stabilimenti industriali sardi che non hanno alternative di approvvigionamento energetico. Sulla decisione arriva la bordata del candidato del Movimento 5 Stelle Francesco Desogus: "“Il ricorso è semplicemente vergognoso. Non solo perché la data contestata dalla Giunta Pigliaru era già stata fissata dal governo Gentiloni (ma allora nessuno nel centrosinistra sardo aveva avuto niente da ridire), ma perché così la Regione dimostra di non voler perseguire l’obiettivo della decarbonizzazione, altre volte ipocritamente sbandierato”.
Per la Regione è evidente che la decarbonizzazione a scadenza così ravvicinata "presenta problematiche con riferimento alla gestione in sicurezza della rete e dell’intero sistema energetico sardo. Il provvedimento ministeriale, che comporterebbe la chiusura delle Centrali Grazia Deledda di Portovesme e di Fiumesanto a Porto Torres al 2025 senza che sia stato chiarito lo scenario sostitutivo, oltre che essere illegittimo, produrrebbe effetti negativi per la sicurezza del sistema energetico regionale e per l’economia sarda nel suo complesso". Da qui la decisione di impugnare il decreto del ministero. Per la Regione non si può dare attuazione allo scenario di decarbonizzazione senza tenere in considerazione che occorrono investimenti per la realizzazione di una nuova interconnessione elettrica con il resto d’Italia e una capacità di generazione a gas, alimentata da impianti di rigassificazione riforniti da depositi di Gas Naturale Liquefatto.
Desogus, che si allinea al fronte governativo nazionale, è duro: "La giunta Pigliaru è anche in malafede. Sppena lo scorso 31 gennaio la Ep, proprietaria della centrale di Fiumesanto, ha presentato pubblicamente un progetto di riconversione della centrale a carbone con un sistema a biomassa e gas. Siamo dunque al paradosso che i privati, che dovrebbero essere i primi ad essere danneggiati dalla decisione del governo, accettano invece la sfida del “phase out completo” dall’impiego del carbone per la produzione di energia termoelettrica, mentre il centrosinistra inscena una polemica senza senso, con il solo scopo di voler fare confusione. L’uscita dal carbone non determinerà infatti nessun rischio per le nostre imprese, perché l’energia sarà evidentemente fornita da altre fonti, compreso un nuovo cavo che collegherà la Sardegna alla Sicilia”. Per Desogus “il ricorso dimostra che sul modello di sviluppo Pigliaru e il centrosinistra hanno una idea retrograda".
Stop al carbone in Sardegna, scontro Regione-Movimento 5 Stelle
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