OLBIA. Si dava malato sul posto di lavoro, ma non restava a casa: nei periodi di assenza - circa 200 giorni in due anni - svolgeva un'altra attività, quella di guida turistica in tutta la Sardegna. Un dipendente Enac di Olbia adesso è accusato di truffa aggravata, a seguito di un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Olbia, coordinata dal procuratore della repubblica di Tempio Gregorio Capasso. L'inchiesta è partita da vari siti internet, nei quali l'indagato pubblicizzava la sua attività di guida turistica attraverso un ente di cui si vantava di essere il fondatore.
L’offerta era davvero articolata in quanto dalla propria base di Olbia si offriva per organizzare escursioni in tutta la Sardegna: visite ai più importanti monumenti e siti archeologici dell’isola, gite in barca, percorsi in canoa, trekking, serate by night e tour enogastronomici. L’organizzazione comprendeva anche gli spostamenti che, secondo richiesta, potevano essere effettuati con bus, traghetti, yacht, elicotteri e con lo stesso minivan di proprietà dell’uomo.
Gli accertamenti svolti dai Finanzieri hanno consentito di rilevare come, solo negli ultimi due anni, il funzionario dell'Enac si sia assentato per malattia e senza soluzione di continuità nei periodi estivi, in particolare da maggio ad agosto. Attraverso una mirata attività di osservazione e pedinamento, condotta anche con l’ausilio di indagini tecniche e con l’indispensabile collaborazione dell’Enac di Olbia, è stato possibile riprendere la sedicente guida turistica durante i suoi tour e ricostruire i periodi di lavoro ed i percorsi effettuati, risultati coincidenti con quelli proposti on-line.
Un’attività fiorente che l’uomo svolgeva anche coordinandosi direttamente con altre aziende del territorio come albergatori, ristoratori e commercianti con i quali aveva creato una rete di rapporti e che pubblicizzata attraverso il proprio sito, tutti successivamente interrogati dagli investigatori.
L’uomo, in sede di interrogatorio, di fronte alle evidenze raccolte non ha potuto smentire le contestazioni quantificate, solo per le annualità dal 2016 al 2018, in indebite percezioni per importi pari a circa 25 mila Euro complessivi.