CAGLIARI. Trentamila candidature, oltre 100 seminari e laboratori, più di 100 stand espositivi, rappresentanti dei servizi per il lavoro di 17 Paesi europei ed extra Ue, quasi 300 le aziende registrate che hanno inserito 1090 annunci per 5mila posizioni lavorative. Sono solo alcuni numeri della quinta edizione del Sardinian Job Day, la manifestazione che si terrà alla Fiera di Cagliari il 24 e il 25 gennaio promossa dalla Regione e organizzata dall’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro.
L’obiettivo è quello di favorire l’incontro tra domanda e offerta e orientare i disoccupati sulle qualifiche più spendibili richieste dal mercato. I riflettori sono puntati sull’innovazione digitale e sull’incidenza dei processi di trasformazione tecnologica nell’organizzazione del lavoro e nelle professioni. Le registrazioni invece sono aperte fino al 13 gennaio, anche presso i centri per l’impiego.
“Per non far perdere tempo a nessuno abbiamo cercato di calcolare un grado di affinità tra i candidati e le aziende”, ha spiegato Massimo Temussi, direttore dell’agenzia regionale del Lavoro, “abbiamo triplicato anche i punti di accesso, le imprese sono oltre il 90 per cento locali, mentre i candidati ad esempio sono sempre più attenti sulla forma curricolare, tanti gli over 30. Il 46,8 per cento dei giovani in Sardegna è disoccupato, sono ancora tanti ma secondo l’Istat la disoccupazione in generale è diminuita di 9,5 punti”.
“C’è un problema di percezione per quanto riguarda il lavoro in Sardegna perché arriviamo da tanti anni di crisi economica con tassi di disoccupazione molto alti”, ha spiegato il presidente Pigliaru. “Prima che le persone si accorgano che qualcosa sta cambiando ci vuole tempo, sono 76mila posti di lavoro in più. Va meglio del passato ma deve migliorare ancora tanto, il Job Day serve anche a questo".
Pigliaru: "Il lavoro? In Sardegna va meglio ma per capirlo ci vuole più tempo"
- Monica Magro
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