CAGLIARI. L’ordine era quello di scappare dai centri d’accoglienza, dopo lo sbarco nelle coste sarde. Al resto ci avrebbe pensato lui: Yacine Messadi, quarantacinquenne algerino ma residente a Cagliari, organizzava nel dettaglio i viaggi a bordo dei barchini, dall’Algeria alla Sardegna, con l’aiuto di uno scafista, e una volta arrivati, sfruttava i migranti per la sua attività di spaccio nel quartiere Marina.
È la prima volta che si scopre l’esistenza di un’articolata organizzazione della tratta Annaba-Sulcis, gestita interamente dalla Sardegna. Tutto era organizzato nel minimo dettaglio: pronto per i migranti sbarcati c’era un vero mercato della droga, principalmente di hashish, che Messadi condivideva con il suo collaboratore, Nidham Hammouda, tunisino di 32 anni, residente a Selargius. Dalle investigazioni della compagnia dei carabinieri di Carbonia è emerso che i due vendevano lo stupefacente nelle piazze della Marina, servendosi anche di minorenni (tra cui i due figli di Messadi).
L’operazione “Arruga”, condotta dal dicembre del 2014 al dicembre del 2018, si è conclusa con l’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere per i reati di detenzione e spaccio di stupefacenti, associazione a delinquere, sfruttamento e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e detenzione di banconote contraffatte. La tratta Hannaba-Sulcis, in sostanza, favoriva l’ingresso illegale di stranieri nelle coste sarde per impiegarli poi nell’attività illecita dello spaccio a Cagliari. Messadi acquistava il motore e la barca, pagava e dava istruzioni allo scafista e teneva i contatti con le famiglie dei profughi. Consigliava perfino i modi per evitare un immediato rimpatrio: “Non dite che siete minorenni, cancellate il vostro numero di cellulare, e poi fuggite”.
Il primo riscontro dell'esistenza di un'organizzazione c'era stato a maggio 2015, quando i carabinieri avevano intercettato nelle acque di fronte a Sant'Antioco un barchino in legno con 5 nordafricani a bordo. In quell'episodio era stato arrestato uno scafista algerino, che li stava trasportando.
Messadi era un musulmano convinto, che osservava rigidamente i dettami islamici: una sorta di "capo" rispettato e temuto dalla propria comunità. Oltre alla gestione del giro di spaccio, è accusato anche di aver acquistato cinquemila euro di banconote false (al prezzo di mille), che poi smerciava nelle operazioni di vendita della droga.
Cagliari, scoperta la rete dello spaccio dei clandestini algerini
- Marzia Diana
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