Le firme sulla proposta di legge in consiglio regionale
CAGLIARI. Assume contorni grotteschi, e per certi versi inquietanti, la vicenda della proposta di legge depositata in consiglio regionale per garantire, con un blitz di fine mandato, il versamento di 5,8 milioni di euro (pubblici) per il pagamento dei contributi pensione degli onorevoli sardi di questa legislatura (qui la notizia). Sul sito ufficiale del Consiglio regionale risultano 54 firme (quasi tutti i partiti rappresentati) di coloro che avrebbero appoggiato la proposta. Ma dopo l'esplosione del caso si moltiplicano le denunce: "Io quel documento non l'ho mai firmato", dicono adesso molti consiglieri. E non si tratta di un dietrofront di chi, travolto dalle critiche, cerca di giustificare un ripensamento. Perché qualcosa di strano tra l'aula e gli uffici pare essere successo. È certo che sul foglio firme ci siano nominativi che quella proposta non l'hanno nemmeno vista. Ed è certo che sul sito del Parlamento dei sardi compaiono firmatari che quella proposta non la condividono e, anzi, mai si sarebbero sognati di appoggiarla. Soprattutto alla fine della legislatura, a qualche mese dalle elezioni, con la crisi dilagante e il sentimento dell'antipolitica che domina su pancia e teste degli elettori.
Il primo ad accorgersi che qualcosa non andava è stato Paolo Truzzu di Fratelli d'Italia. Sapeva che il testo della norma stava circolando tra i banchi del Consiglio. Ma non ha firmato. "La reputo una proposta inopportuna", ha spiegato. Solo che poi sul sito ha visto il suo nome e quello dei suoi colleghi di gruppo (Gianni Lampis e Marcello Orrù) tra coloro che chiedevano i contributi pensione in modo retroattivo per tutta la legislatura. Immediata la chiamata al vertice degli uffici consiliari, per chiedere la rimozione della sua firma. Del suo gruppo rimane solo quella di Gianluigi Rubiu, che però ha firmato davvero, ma quando faceva parte dell'Udc. Poi è stata la volta di Nanni Lancioni (Psd'Az). C'è anche il suo nome tra i proponenti: "Ma a chi mi ha chiesto di firmare", spiega, "ho detto che non condividevo il provvedimento. Mi sono già attivato con gli uffici per capire cosa sia successo: sono in consiglio da 8 mesi, non credo sia il caso di chiedere soldi al pubblico e non avrei comunque alcun interesse a chiedere il versamento dei contributi".
A ruota è arrivato Paolo Zedda (Art.1-Sdp). la sua firma risulta, peccato non l'abbia mai messa. Ecco la sua spiegazione: "Sulla proposta di legge per la integrazione pensionistica ho il dovere di chiarire la mia posizione. Come già detto, mi sono dichiarato favorevole, in linea di massima, alla valutazione di una correzione che prevedesse il versamento pensionistico da perte dei consiglieri regionali. ma non condivido il modo con cui si propone di risolvere questa anomalia nella proposta di legge depositata di recente, e non ho apposto la firma sul testo, come avrò modo di provare. Chiederò di correggere questo errore immediatamente. Noi sardi abbiamo abolito i vitalizi, e le pensioni su base retributiva prima di ogni altro consiglio regionale italiano, e di questo siamo orgogliosi. Poi, è giusto che i consiglieri abbiano un versamento pensionistico ma non che si chieda un risarcimento a posteriori, l'errore, eventualmente, si può correggere a partire dalla prossima legislatura. Chiedo scusa per quanto è successo. Da domani la proposta non avrà la mia firma".
Ma non è finita: perché un foglio che è stato vergato di pugno dagli onorevoli c'è. Solo che alcune firme presenti sono diverse dalle originali. Chi le ha messe?