CAGLIARI. I cagliaritani devono tornare al voto per riempire la casella rimasta vuota alla Camera dopo l'accettazione delle dimissioni del velista (ex) Cinquestelle Andrea Mura. Si chiamano elezioni suppletive: la data deve essere fissata dal presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'Interno, e deve essere compresa tra i 90 e i 135 giorni "dal verificarsi della vacanza". Quindi da oggi. L'arco di tempo è ampio. A febbraio, con tutta probabilità il 24, si terranno anche le regionali. E le due consultazioni non possono sovrapporsi. Quindi l'incertezza sui tempi per la scelta del successore di Mura - eletto nell'uninominale - è massima.
Ma se c'è incertezza sulla scelta del giorno da segnare in rosso sul calendario, la situazione non è migliore tra i partiti che devono stabilire chi candidare. Campo del centrodestra: visto che la Lega esprimerà l'aspirante governatore, lascerà il parlamentare a Forza Italia? Ma se così fosse rischierebbe di consegnare, in caso di vittoria, un seggio all'opposizione alla Camera, dove FI sta contro il governo gialloverde. Però sulla bilancia delle valutazioni potrebbe pesare di più la necessità di dare un pezzo agli alleati a livello locale. Che potrebbero essere anche i Riformatori. E un nome che viene alla mente è quello di Pierpaolo Vergiu. Certo, la Lega-Psd'Az, potrebbe decidere di prendersi anche il collegio della Camera e sfruttare l'ondata di consenso a livello nazionale. E Fratelli d'Italia? Il partito di Giorgia Meloni, pur dall'opposizione a Roma, sembra sempre più accreditarsi in Sardegna come alternativa a Forza Italia nell'asse di centrodestra: accetteranno di restare fuori dai giochi? Dipenderà dagli equilibri locali. Che vedono in sintonia il leader sardista Christian Solinas, il fondatore di Sardegna 20Venti Stefano Tunis e il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Paolo Truzzu.
I Cinque Stelle, poi? Hanno un candidato governatore, Mario Puddu. Con la scelta ricaduta sul testimonial Andrea Mura, espulso in malo modo, hanno creato il buco. Che faranno? Sembra verosimile che ricorreranno al voto sulla piattaforma Rousseau per avere un nome. E chissà se gli elettori resteranno sulla stessa linea adottata il 4 marzo, quando i grillini hanno fatto il (quasi) pieno di voti e di eletti.
C'è poi il centrosinistra. Che significa Pd e Campo Progressista. Ma non solo. Anche qui di candidati non si parla ancora. Oggi Luciano Uras, che coordina CP, ha aperto alle primarie nazionali sarde lanciate dal leader del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda per la scelta del candidato governatore: "Sono l'unica modalità di scegliere, attraverso la partecipazione popolare il prossimo candidato a presidente della Regione. Si deve scegliere tra progetti politici e programmatici che esprimano i valori irrinunciabili della solidarietà, della democrazia e della giustizia sociale, dei diritti delle persone e delle comunità. Il perimetro politico è, quindi, segnato. In modo non equivocabile", ha spiegato l'ex senatore. Ma per partecipare alle primarie ci vuole un nome da spendere. Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda deve ancora decidere se scendere in campo per Villa Devoto oppure no. Se lo fa la vittoria è tutt'altro che certa. Ma la sua forza propulsiva potrebbe essere un elettrochoc per tutto il centrosinistra. E il sindaco si accrediterebbe comunque come l'uomo che tenta di ricompattare una coalizione, guadagnando - in caso di secondo posto da candidato presidente - un seggio in consiglio regionale. Per il futuro chissà. Problema: e Maninchedda? Difficilmente, dopo tutto il lavoro fatto, accetterebbe di cedere il passo a qualcun altro. L'ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Pigliaru da tempo sta tessendo la tela - che ha fili ben saldi anche con la parte popolare riformista del Pd, leggasi Antonello Cabras e Paolo Fadda - per provare a conquistare la Regione da governatore. Da Abbasanta domenica scorsa ha lanciato la coalizione di convergenza nazionale. E per le suppletive ha già proposto un candidato unitario delle forze sarde. Ma anche in questo caso manca il nome.