CUGLIERI. "Sei arrivato quasi arrostito, stordito, accecato dall’inferno che ha avvolto il tuo corpo e i tuoi meravigliosi occhi. Ora sei guarito". È una storia di resistenza e di amore quella di Murigheddu, l'asinello che è riuscito a sopravvivere al rogo di Cuglieri, e della sua veterinaria, che lo ha preso in cura dal primo giorno dopo quel terribile giorno di fiamme.
Paola Musio, la dottoressa che lo ha tenuto a Su Crastu Biancu per curare le sue ferite, ora può raccontare il lieto fine e lo fa con un lungo post sui social: "Mai avrei immaginato che in un mese esatto, potesse nascere un amore così speciale, nato da tanta sofferenza, paura, diffidenza", scrive, "Ma trasformato con la tua pazienza, in sollievo, fiducia, confidenza. Puzzavi di cenere, di carne putrida... non ti reggevi in piedi. Non muovevi la bocca, tanto avevi il muso carbonizzato. Avevi paura qui, un posto a te estraneo, da solo. Non una voce che ti fosse familiare. Ma piano piano, mi hanno insegnato a curare le tue piaghe.....ti ho triturato per giorni mele e carote e ti ho quasi imboccato. Ti ho lavato via la cenere dal corpo, ti ho dissetato con le mie mani e tu, lentamente, nonostante i tuoi 26 anni, hai imparato a fidarti di me. Hai imparato a chiamarmi quando vuoi una mela, quando vuoi una carezza".
L'asino, la notte del rogo, aveva tentato di ripararsi raggiungendo una pozza d'acqua: lì ha aspettato che le fiamme si spegnessero. Ma il suo muso era rimasto bruciato.
"Asino rinato dalla sua cenere", lo definisce la veterinaria, "Asino vecchio saggio. Soffrirò quando andrai via. Lo so. Ma ti ringrazio per questa esperienza intensa che mi hai regalato, per l’esempio di coraggio, di resilienza e amore per la vita che hai dimostrato. Soffrirò. Avrei voluto tenerti, e mi piace pensare che anche tu saresti voluto rimanere con me, ma devi tornare a casa tua. Sei quasi guarito e le tue asine ti aspettano".