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Fumi neri, il comunicato di Legambiente sembra una nota stampa della Saras

 

 

 

 

CAGLIARI. Premessa, d'obbligo: chi scrive non ha elementi per dire che ciò che è stato riportato non è vero. Lo è, per forza, fino a prova contraria. Ma a leggere il comunicato di Legambiente a seguito dell'incontro con la Saras sembra di leggere un comunicato della Saras. Le ripetizioni sono volute, per rafforzare il concetto. 

Succede questo. A cavallo tra la prima e la seconda decade di luglio le torce dello stabilimento di Sarroch hanno sputato fuoco e fumo nero. Così tanto, e così a lungo, che quello spettacolo preoccupante ha attirato l'attenzione di mezzo Campidano. La domanda, legittima, era: che sta succedendo? Se la sono posta in tanti. Perché quelli che si spandevano nel cielo del Golfo degli Angeli non avevano l'aspetto di vapori balsamici buoni per far passare il mal di gola. 

Dapprima la società die Moratti ha fatto sapere che si trattava delle conseguenze del riavvio degli impianti dopo un lungo periodo di fermata. Poi ci si è messo un blackout generale, che ha richiesto un nuovo riavvio. Intanto, tutto quello che non veniva lavorato finiva in torcia. Così, per giorni.  Normale, per un impianto industriale che lavora idrocarburi. Preoccupante, per il sindaco di Sarroch Tore Mattana, che ha chiesto lumi. Ma anche per chiunque, a distanza di chilometri,  vedesse quella nube nera e i monti illuminati dal fuoco, di notte. 

La mobilitazione, non solo social, è stata massiccia. E sono scesi in campo gli ambientalisti. Tra questi vanno annoverati anche gli affiliati a Legambiente. Che, stando al comunicato, hanno chiesto e ottenuto un incontro con i vertici Sarlux. Ti aspetti un comunicato "di fuoco", dopo le fiamme. Invece no. L'associazione per decenni guidata da Vincenzo Tiana (che adesso ha come responsabile scientifico lo stesso Vincenzo Tiana),  dirama il resoconto che riportiamo di seguito, integralmente. 

Una delegazione di Legambiente Sardegna ha avuto un incontro con la Direzione della Sarlux, richiesto dalla associazione, a seguito delle ripetute segnalazioni dei cittadini nei giorni scorsi, in merito alle fiamme alte dalle torce, la intensa fumosità e l’odore acre che ha creato allarme nella popolazione, accentuato dalla carenza di informazione. 

La delegazione era composta da Annalisa Colombu presidente di Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana responsabile scientifico e il professor Daniele Cocco componente del Comitato scientifico. Legambiente ha chiesto all’azienda di illustrare le attività relative alla manutenzione straordinaria che è arrivata alle fasi conclusive e quali provvedimenti siano allo studio per ridurre in generale le emissioni inquinanti. Inoltre Legambiente ha chiesto di conoscere quali innovazioni siano state attuate per ridurre l’impatto acustico (per cui era stata progettata anche la realizzazione di una estesa alberatura mitigante), la gestione delle torce, la riduzione in prospettiva della CO2, la realizzazione del sistema di autoalimentazione elettrica, ed in generale la gestione della prospettiva della decarbonizzazione. 

Lo stabilimento costituisce una presenza rilevante già in condizioni normali e le intense emissioni durante la gestione del transitorio hanno generato ulteriore preoccupazione. Dagli studi che periodicamente svolge il Comune di Sarroch è emerso che la sovrapposizione di emissioni, odori sgradevoli, impatto acustico provoca disagio agli abitanti. Il bilancio di sostenibilità 2019 del Gruppo, sul tema afferma il proprio impegno fondamentale e costante volto al miglioramento degli impatti odorigeno visivi, poiché “la presenza di odori sgradevoli ha un impatto negativo sulla percezione dell’impianto da parte della comunità”, sebbene non ci
siano implicazioni nocive. 

L’azienda, nel rispondere alle numerose richieste, ha esposto innanzi tutto l’impegnativa attività di manutenzione straordinaria, con la fermata dello stabilimento che si è protratta da febbraio a giugno. Nel mese di marzo l’emergenza sanitaria ha costretto a rivedere l’intero programma. È stato costituito un comitato per gestire i lavori nel rispetto di tutte le misure di sicurezza che ha comportato la riorganizzazione degli spazi interni, i percorsi, le mense, la flessibilità di orario, i rapporti con le imprese esterne, non tutte locali. In particolare, si sono rimodulate le attività previste in termini di scopo del lavoro e tempistiche di realizzazione al fine di contingentare le presenze contemporanee all’interno del sito. La manutenzione straordinaria ha comportato la sostituzione di parti rilevanti dell’impianto con macchine moderne che permettono sd incrementare l’affidabilità e il rendimento, con una conseguente riduzione della CO2. In particolare si è apportato un miglioramento tecnologico delle torce con recupero dei gas ed è stato elettrificato l’azionamento dei compressori, che contribuirà a mitigare l’inquinamento acustico.

Il riavvio è iniziato ai primi di luglio, con la complessa gestione del transitorio per poter riallineare e testare gli impianti. Il 13 luglio si è verificato un black-out in conseguenza di problemi sulla rete elettrica esterna allo stabilimento, a cui SARLUX è connessa mediante 2 linee di alimentazione, che ha reso più critica la fase di riavvio e ha determinato l’attivazione delle torce, con le fiammate che hanno allarmato la popolazione.

Legambiente ha chiesto quali sono le prospettive future dell’azienda in un’ottica di sostenibilità. 

La Direzione Sarlux ha illustrato le attività di ricerca per incrementare l’efficienza energetica, il completamento del sistema di autoalimentazione, la sperimentazione dell’utilizzo di quote di olii vegetali in mix sempre più sostenibili e il progetto per la messa a dimora di 2.000 alberi e macchia mediterranea nel territorio montano di Sarroch. Per quanto riguarda le emissioni odorigene si sta progettando l’installazione del naso elettronico che permetterà di localizzare le sorgenti di emissione e intervenire puntualmente. Legambiente ha richiesto espressamente all’azienda di potenziare la comunicazione ai cittadini, l’azienda ha specificato che la propria comunicazione è regolamentata e viene indirizzata agli organismi istituzionali, quali Prefettura, Comuni, Regione, OO.SS. Confindustria, Media. Nel rispetto delle normative verranno analizzate possibili opportunità.

In conclusione, Legambiente ha preso atto degli impegni della Sarlux e si è impegnata a sua volta a continuare il monitoraggio dell’esercizio dell’impianto e a proporre periodicamente dei momenti di confronto e di verifica.