NAPOLI. Per loro era scattata una gigantesca gara di solidarietà. Anche il ministro dello sviluppo economico, nonché vicepremier, Luigi Di Maio si era esposto per assicurare a quei "tre giovani geni del robot" che "i soldi per farli partire per la finale di Boston" il governo li aveva trovati. Perché Luigi, Davide e Mauro, i tre studenti dell'Istituto Tecnico Industriale "Augusto Righi" di Napoli erano in testa a un concorso mondiale di robotica, il "Zero Robotics", ma la scuola non poteva sostenere le spese del viaggio per farli partecipare alla finale. Questa almeno era la storia drammatica e allo stesso tempo incredibile raccontata nei giorni scorsi da centinaia di giornali e testate. Un perfetto esempio che racchiudeva l'eccellenza italiana, la crisi, lo sfacelo delle scuole in Italia, le difficoltà dei ricercatori scientifici. Se non fosse che poi la storia era (in gran parte) una grande bufala.
A confermarlo è una nota di "precisazione" pubblicata dal Politecnico di Torino, a firma del professor Leonardo Reyneri, che - casualità - è proprio il coordinatore del torneo europeo della competizione in questione. Innanzitutto, la Zero Robotics è appena iniziata. Altro che finali. "I vincitori non sono stati decretati - si legge nella nota - Il torneo di quest’anno è ancora alle fasi iniziali e la classifica viene aggiornata in tempo reale seguendo i risultati dei successivi step della gara, fino alle fasi finali. Tutte le 84 squadre attualmente in classifica sono ancora in gara e non è possibile sapere ora chi parteciperà alla finale e ancor meno chi vincerà".
Secondo punto. La finale non si svolgerà a Boston, come detto da tutti i giornali in questi giorni, bensì molto più vicino all'Italia di quanto si pensi: "Per le squadre europee e russe la finale di quest’anno è prevista ad Alicante (Spagna)", si legge ancora nella nota. In sostanza, gli europei vanno in Spagna, gli americani a Boston. "C’è poi la possibilità - spiegano - di assistere alle finali anche dalla sede del MIT, dove si svolge la finale a terra per le squadre americane, cosa che in passato alcune scuole anche italiane hanno fatto su base puramente volontaristica e reperendo autonomamente i fondi, in modo indipendente rispetto al concorso Zero Robotics". Era tutto una bufala quindi?
Beh, di vero c'è sicuramente che i tre hanno fatto davvero un lavoro da "piccoli geni" e sono al momento secondi nel ranking provvisorio della gara. Ma in testa chi c'è?Un altro gruppo di studenti italiani, di Trapani, che nessuno ha però mai menzionato in questi giorni. Fatto sta che i soldi per finanziare un viaggio quasi immaginario, comunque, ora ci sono. Il governo li ha trovati, con tanto di titoloni di orgoglio e soddisfazione. Persino la redazione del Tg3 Rai aveva annunciato che si sarebbe fatta carico delle spese di viaggio dei tre genietti "finalisti". Un bel segnale, certo. Ma la parola "finalisti" - a quanto pare - non era mai stata usata da quei ragazzi. E quella storia raccontata e rilanciata da politici ed esponenti parlamentari faceva acqua da tutte le parti.
La bufala dei tre napoletani geni della robotica che non hanno i soldi per andare a Boston
- Marzia Diana