CALCIO. "Giulini non voleva che segnassi" perché "il mio contratto prevedeva 50mila euro netti a ogni gol" E con Joao Pedro "ci fu una rissa nello spogliatoio". È passato ormai quasi un anno da quando Marco Borriello, non sentendosi più "il fuoco dentro", fece le valigie e lasciò il Cagliari per la Spal. Ora, in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, racconta la sua verità sui motivi di quell'addio, mai perdonato dai tifosi rossoblù.
"Arrivai con Capozucca", ha ricordato l'attaccante napoletano. "Il contratto prevedeva un fisso più 50.000 euro netti a ogni gol. Segnai tantissimo, ad aprile ero già a quota 16. Mancavano cinque giornate e la gente sperava che battessi il mio record personale di 19 gol. Il turno seguente giochiamo contro il Pescara e c’è un rigore per noi. I tifosi invocano il mio nome, ma Rastelli a sorpresa indica Joao Pedro: per me fu una coltellata". Poi l'incontro con Capozucca: "Giulini gli aveva detto che non l’avrebbe confermato e il ds mi fece vedere un messaggio del presidente: "Borriello deve uscire alla fine del primo tempo". E lì capii la scelta del rigore: Giulini non voleva che io segnassi". Problemi anche con i compagni di squadra: "A Sassuolo Joao Pedro si permise di dirmi “stai zitto e corri” durante la partita: lui a me, pazzesco. E nello spogliatoio ci fu una rissa tra noi due".