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Un brutto Cagliari senza grinta né gioco perde 0-1 con il Brescia di Cellino

rigore

CAGLIARI. E la grinta? È rimasto nello spogliatoio, se c'è mai arrivato, l'ingrediente che sembrava fondamentale nella squadra allestita dal presidente Tommaso Giulini per la nuova stagione rossoblù. Il Cagliari si è fermato a una fiammata di Joao Pedro al nono minuto, con palla che sfila accanto al palo alla destra di Joronen.  Poi c'è stato solo il Brescia, o quasi. L'assetto della squadra deciso da Rolando Maran non incide dietro, a centrocampo e nemmeno davanti. Dove, peraltro, bisogna aspettare di capire se e quanto mancherà Pavoletti: per lui una sospetta distorsione al ginocchio dopo una brutta caduta  a centrocampo. 

Non basta prendersela con le nuove regole che - col Var, dominante in questo match - tramutano in rigore un tocco di mano involontario, e di spalle, di Cerri in area. Penalty trasformato da Donnarumma, che insacca alla sinistra dell'estremo difensore rossoblù. Il Brescia aveva già messo la palla dietro le spalle di Rafael per ben due volte, con Donnarumma prima e con Bisoli poi. Entrambe le reti realizzate in fuorigioco. Come quella di Castro, che appena entrato al posto di  Birsa sembrava aver illuminato la squadra. Il Pata ci ha provato anche in rovesciata. Ma sono episodi, giocate singole. La squadra non c'è.

Nahitan Nandez deve ancora capire il calcio italiano, anche se ha fatto vedere qualcosa. Nainggolan ha corso, recuperato qualche palla. Ma non ha orchestrato niente. Il centrocampo, che doveva essere il settore esplosivo del Cagliari, non ha filtrato le giocate degli uomini di Eugenio Corini e ha servito poco o niente un Cerri che ce l'ha messa tutta, per quanto gli compete (e in genere non è tanto), e uno Joao Pedro che ha fatto il suo, arrivando a sfiorare il pari sul finale: Joronen respinge sulla linea. 

Gongola Massimo Cellino, seduto in tribuna, in uno stadio che non aveva mai visto dall'interno. Il Cagliari, invece, deve farsi un esame di coscienza. Perché questo è l'anno del centenario, l'anno delle aspettative. E anche i tifosi aspettano.