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CAGLIARI. "Ogni giorno i colleghi dei reparti mobili impegnati in servizi per la tutela dell’ Ordine pubblico sono costretti a subire violenze gratuite e ingiustificate da parte di teppisti che mettono in pericolo la loro incolumità. Siamo stanchi di subire. Di vedere impuniti certi atteggiamenti che sfiorano il terrorismo di piazza". La denuncia arriva dal sindacato di polizia Anip che chiede, in riferimento agli scontri tra tifoserie e forze dell'ordine. La richiesta? "Regole d'ingaggio nette che permettano agli operatori di difendersi con il massimo della forza senza temere di essere perseguitati", venendo quindi meno alla "rigidità della proporzionalità della reazione".
Il sindacato sembra riferirsi ai fatti di ieri, durante gli scontri a margine della partita Lazio-Roma, anche perché vengono citati solo nel titolo. Ma quello delle tifoserie sembrerebbe solo "il casus belli", in quanto il sindacato chiederebbe una maggiore indulgenza sull'uso della forza "soprattutto in contesti caotici come quelli degli scontri di piazza". E la parola "soprattutto" non significa "solamente". Si legge ancora nella nota: "Gli agenti devono poter intervenire immediatamente ed in maniera energica senza paura di subire procedimenti disciplinari o peggio ancora penali. Siamo la forza pubblica!".
In riferimento agli avvenimenti recenti il sindacato parla di "Centinaia, se non migliaia, di pietre e bottiglie in vetro lanciate contro i colleghi. Incuranti dei danni e delle lesioni che stavano provocando a uomini e donne in divisa che cercavano di proteggere l’idrante. Ogni giorno, le forze dell’ordine vengono aggredite con bottiglie, bombe carta, spranghe e altri oggetti, mentre si trovano a proteggere i cittadini dagli attacchi dei barbari. Questi attacchi non sono solo una minaccia per l’incolumità degli operatori, ma un attacco diretto alla sicurezza e all'ordine pubblico. Quando c’è una partita importante, vediamo centri storici devastati, treni vandalizzati, tifoserie in assetto da guerriglia urbana, centinaia se non migliaia di agenti con città semi blindate, elicotteri. I conti pubblici possono andare a rotoli, ma il diritto sacrosanto allo scontro tra curve va garantito. Non possiamo più accettare che l'impunità regni sovrana per chi aggredisce le forze dell’ordine".
E ancora l'Anip racconta: "Centinaia di agenti, giorno dopo giorno, rischiano la vita per proteggere la collettività, ma, purtroppo, le misure previste oggi per tutelare i nostri operatori non sono sufficienti. Servono regole di ingaggio semplici, nette. Che permettano agli operatori di difendersi con il massimo della forza e senza temere di essere perseguiti per aver agito per legittima difesa. Il vero problema non è la pena aggravata per l’aggressore, ma la possibilità per l’agente di difendersi immediatamente sul posto, senza paura di conseguenze legali. Per questo, chiediamo una riforma del codice penale, superando la rigidità della proporzionalità della reazione, soprattutto in contesti caotici come quelli degli scontri di piazza. Gli agenti devono poter intervenire immediatamente ed in maniera energica senza paura di subire procedimenti disciplinari o peggio ancora penali. Siamo la forza pubblica! La legge deve mettere al centro la protezione di chi rischia la vita per garantire l'ordine pubblico, non i criminali che si approfittano della situazione. Questo non è più accettabile. L'Anip Italia sicura continuerà a portare avanti con forza la battaglia per garantire la sicurezza dei colleghi e per riformare un sistema che oggi non tutela adeguatamente chi è in prima linea nella difesa del nostro Paese".