ROMA. Michela Murgia ha sposato il suo compagno, Lorenzo Terenzin, con rito civile nella casa della scrittrice, a causa delle sue condizioni di salute.
Su Instagram pubblica il video e precisa che "non è una festa", per loro, anzi. "Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un'esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo. Niente auguri, quindi, perché il rito che avremmo voluto ancora non esiste".
La scrittrice sarda ha anche raccontato che si è sposata "'in articulo mortis' perché ogni giorno c'è una complicazione fisica diversa, entro ed esco dall'ospedale e ormai non diamo più niente per scontato". Il matrimonio in articulo mortis si celebra quando uno dei due coniugi è in pericolo di morte.
"Tra qualche giorno", continua Murgia, "nel giardino della casa ancora in trasloco daremo vita alla nostra idea di celebrazione della famiglia queer. Le nostre promesse non saranno quelle che siamo stat3 costrett3 a fare l'altro giorno. Vogliamo condividerlo a modo nostro e lo faremo da questo profilo, senza giornalist3 o media vari. Il nostro vissuto personale, come quello di tutt3, oggi è più politico che mai e se potessi lasciare un'eredità simbolica - conclude - vorrei fosse questa: un altro modello di relazione, uno in più per chi nella vita ha dovuto combattere sentendosi sempre qualcosa in meno".