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Giallo sul discorso alla nazione di Putin, la minaccia dietro il referendum nel Donbass

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MOSCA. Giallo sul discorso alla nazione di Vladimir Putin, che si sarebbe dovuto tenere ieri in diretta televisiva ma è slittato a questa mattina. Secondo fonti vicine al Clemlino, il presidente russo dovrebbe annunciare un rafforzamento dell'impegno militare in Ucraina.

Nel frattempo sia l'Unione Europea che gli Stati Uniti hanno definito "una farsa" i referendum per l'annessione alla Russia che si terranno dal 23 al 27 settembre nel Donbass, a Kherson e Zaporizhzhia. 

Il premier italiano Mario Draghi davanti all’Assemblea dell’Onu ha ribadito che "i referendum russi sono un'altra violazione del diritto internazionale". E sulle sanzioni ha detto: "hanno avuto un effetto dirompente". Sulla guerra poi ha ribadito: "Le responsabilità del conflitto sono chiare e di una parte sola. Ma è nostra responsabilità collettiva - ha aggiunto - trovare risposte a questi problemi con urgenza, determinazione, efficacia. Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo. Dobbiamo agire insieme e riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest'aula".

"Non c'è giustificazione per la guerra di occupazione della Russia contro l'Ucraina. Putin ha un solo obiettivo, occupare l'Ucraina, questo è imperialismo". Così il cancelliere tedesco Olaf Scholz, "Il ritorno dell'imperialismo non è solo un disastro per l'Europa ma per l'ordine internazionale. Se vogliamo che questa guerra finisca non dobbiamo essere indifferenti a come finisce, non accetteremo una pace dettata da Mosca", e nemmeno "un referendum di annessione".