ROMA. Il Recovery Plan da 222 miliardi di euro (da destinare alla ripresa del Paese) passa in consiglio dei ministri, con l'astensione delle rappresentanti di Italia Viva. E il leader, Matteo Renzi, oggi farà conoscere le sue intenzioni: potrebbe lasciare il governo. O seguire la via della trattativa che porterebbe a un Conte Ter, come auspicato dal Pd che spera ancora nella ricucitura dello strappo e in un nuovo giro con di ministri con la medesima maggioranza. Ipotesi che però viene respinta dal premier, falco della sua coalizione giallorossa: se Renzi molla, hanno fatto sapere ieri da palazzo Chigi, non sarà più possibile governare con lui. E allora, per tenere in piedi la maggioranza, si punterebbe sul reclutamento dei responsabili: il giallorosso verrebbe contaminato dai responsabili da attingere dal Misto. A garantire i numeri potrebbero essere peones di matrice mastelliana. Ma bisogna avvertire Il duro e puro del M5s Alessandro Di Battista, che in uno dei suoi ultimi video aveva accusato il Movimento di stare trasformandosi nell'Udeur.
Osservatore silenzioso delle macchinazioni di palazzo, il presidente della repubblica Sergio Mattarella: sarà lui a decidere se Conte potrà o no andare alla ricerca di una maggioranza alla Camere. E non è detto che acconsenta.