Italia e mondo

Feste e cocaina, Corona accusa e Cracco lo denuncia: "Notizie inventate"

Corona

 

 

ROMA. Finisce in tribunale la puntata di Non è l'arena, il programma di La7 condotto da Massimo Giletti, durante la quale il re (decaduto) dei paparazzi Maurizio Corona è intervenuto per raccontare quelli che sostiene essere i retroscena dei festini a base di coca nel mondo Vip. Si parlava delle accuse  rivolte al manager Alberto Genovese.

"Il reato più grave", ha detto Corona, "che si è consumato all’interno di quella casa, da codice penale, non è la violenza sessuale, ma lo spaccio di droga, che assorbe tutti gli altri reati. C’erano piatti con le droghe, di qualunque tipo, offerte e consumate nello stesso luogo. Si tratta del primo episodio di violenza così pesante in Italia ed in Europa. Ripreso dalle telecamere in tutto e per tutto".

Dichiarazioni che poi, però, hanno chiamato in causa lo chef Carlo Cracco, che ha già annunciato querele, dopo aver inviato una diffida all'emittente (che, ammettendo forse che qualcosa non ha funzionato per il meglio, ha rimosso la sequenza video):  "A Milano ci sono gruppi di giovanissimi che fanno le stesse cose di Genovese", ha continuato Corona, "che organizzano feste e chiamano ragazze attirate dal facile uso di cocaina. A queste cene era pure presente Carlo Cracco". Queste ultime sono le parole incriminate, riportate anche dal Corriere dello Sport con un titolo che sembrava avvallare la tesi di Corona. 

Lo chef, ovviamente non l'ha presa per niente bene. E smentisce, attraverso il suo avvocato: "Mi trovo costretto a pubblicare la formale diffida già inviata dal mio legale a LA7-Giletti e Corriere dello Sport-Zazzaroni per il vergognoso spettacolo offerto da Non è l’Arena e Fabrizio Corona e le notizie scandalistiche completamente inventate", ha scritto su Facebook lo chef, "LA7 ha assai significativamente già risposto che rimuoverà l’intervento incriminato. Ribadisco la mia totale estraneità a tali fatti e procederò senza indugio a sporgere querela e a richiedere i danni contro chiunque continuerà a diffamarmi. Spero solo che, in generale, questo modo di fare informazione cessi al più presto".