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CAGLIARI. “Costruiamo insieme una città più viva, accogliente e consapevole del valore dei suoi locali”. È questa la richiesta dei titolari dei locali attraverso la Fipe Confcommercio Sud Sardegna. Precisamente, l’appello è stato fatto quest’oggi attraverso il "Manifesto Cagliari 2025", un documento corale firmato da ristoratori, baristi e imprenditori dell’intrattenimento, che rivendica il ruolo centrale di questi luoghi nella vita urbana, culturale e turistica della città.
“Sappiamo bene che Cagliari negli ultimi dieci anni sia cresciuta economicamente – ha affermato Emanuele Frongia, presidente della Fipe Commercio Sud Sardegna, che ha proseguito – molte delle difficolta che affrontiamo oggi sono il risultato di dover gestire una città che cambia. Non è un attacco all’attuale amministrazione comunale, è una situazione che va avanti da oltre dieci anni, sotto giunte di colori diversi. Oggi però non possiamo più permetterci ambiguità: i locali sono una risorsa, non un problema. Rappresentano lavoro, presidio sociale, identità e qualità della vita cittadina. Non possiamo essere trattati come un'emergenza da contenere”.
Nel manifesto, Fipe evidenzia come la “cultura del fuori casa” sia parte integrante del dna urbano di Cagliari e dell’Italia intera. Eppure, lamentano gli imprenditori, manca una politica urbana strutturata: si susseguono ordinanze temporanee, limitazioni non condivise, mancanza di confronto con la categoria. Il rischio? Una città che perde vivibilità e competitività turistica.
Le richieste del manifesto sono molteplici: innanzitutto regole certe, stabili e condivise sull’utilizzo degli spazi pubblici; stop all’approccio 'emergenziale', ovvero basta alle ordinanze last-minute a favore di scelte politiche precise; un tavolo permanente di confronto tra imprese, istituzioni, residenti e mondo culturale; una programmazione trasparente e anticipata degli eventi pubblici per favorire partecipazione e integrazione con le attività locali, riconoscimento del valore sociale, economico e culturale dei pubblici esercizi, equilibrio tra i diritti di tutti: residenti, operatori, cittadini, turisti; una governance urbana moderna che coinvolga chi la città la vive, anche di notte.
“La politica – prosegue Frongia – deve uscire dalla zona grigia e prendersi la responsabilità di scegliere un modello di città. Non si può più restare a metà strada, tra chi vuole tutto silenzioso e chi invece crede in una Cagliari viva, europea, aperta e sostenibile. E non si può fare senza di noi.” Fipe si è detta pronta a firmare un patto tra imprese e istituzioni, per trovare soluzioni concrete che tengano insieme turismo, vivibilità e sviluppo economico. Un accordo che parta dall’ascolto e dalla co-progettazione.
“Siamo stanchi di doverci difendere. Oggi vogliamo proporre, collaborare, costruire. Per poter andare avanti e non fermarsi solo alle parole”, conclude Frongia, “a brevissimo organizzeremo un luogo pubblico per presentare il nostro Manifesto Cagliari 2025. Quindi è un invito a fare squadra per una città più giusta, dinamica e capace di guardare avanti. Il tempo delle scelte condivise è ora”.