CAGLIARI. Il Brotzu ricorda con gratitudine Paolo Pizzi, il primo donatore di organi in Sardegna la cui giovane vita, gennaio del 1988, a soli 11 anni, si interruppe tragicamente.
"Eppure, dal dolore della sua famiglia nacque un gesto di straordinaria generosità che segnò una svolta storica: l’avvio del programma trapianti nell'Isola. Per onorare la sua memoria, l'azienda ha deciso di dedicargli la sala colloqui della struttura di Anestesia e Rianimazione, diretta dalla dottoressa Maria Emilia Marcello", scrive l'azienda.
Il prossimo 3 aprile, alle ore 11, all'Ospedale San Michele, verrà inaugurato questo spazio accogliente, pensato per offrire conforto e riservatezza ai familiari dei pazienti ricoverati. Un ambiente impreziosito dall’intervento artistico di Giorgio Casu. Il progetto è stato reso possibile grazie alla sensibilità del dottor Roberto Tumbarello, per anni colonna portante dell'azienda, e al costante sostegno del Direttore Generale Agnese Foddis. All’inaugurazione, promossa dal Dr. dottor Antonio Manti, responsabile della Struttura di Coordinamento Locale Trapianti parteciperanno i genitori di Paolo, il Sindaco di Sinnai (città natale del piccolo) Barbara Pusceddu, accompagnata dall’Assessore alla Salute ai Servizi e alla Pubblica Istruzione Sociali, Prof. Roberto Demontis. Saranno presenti, inoltre, i medici che nel 1988 ebbero il coraggio di superare le stringenti barriere normative dell’epoca. Tra questi, il dottor Franco Meloni, allora Direttore Sanitario, il dottor Ugo Storelli, il dottor Paolo Pettinao e il dottor Pierfelice Todde, professionisti il cui impegno e determinazione resero possibile il primo trapianto di rene in Sardegna.
"Una decisione complessa, ma che consentì di salvare la vita a una giovane donna, trasformando un dolore in speranza. La storia di Paolo Pizzi è una storia che non si deve dimenticare", fa sapere il Brotzu con una nota. "Quel giorno, mentre giocava in bicicletta, venne travolto da un'auto. Le sue condizioni apparvero immediatamente disperate e, in un momento di inimmaginabile sofferenza, i genitori trovarono la forza di compiere un gesto straordinario: dire sì alla donazione degli organi. Quel consenso divenne una luce di speranza, aprendo la strada a una nuova cultura della solidarietà e della vita. Oggi, Paolo riposa nel cimitero di Sinnai, ma il suo ricordo vive nei cuori di chi ha ricevuto una nuova opportunità grazie a lui e nei medici che, con passione e dedizione, hanno proseguito il cammino da lui iniziato.
A distanza di 37 anni, l’Arnas G. Brotzu rinnova il proprio impegno nella promozione della cultura della donazione, rendendolo tangibile con un gesto carico di significato: dedicare a Paolo Pizzi un luogo di accoglienza per i familiari dei pazienti. Un tributo alla sua memoria, un simbolo di rispetto e riconoscenza per un bambino che, anche nel dolore, ha saputo donare vita e speranza".