In Sardegna

Sanità sarda, Uil lancia l'appello: "Basta riforme, miglioriamo ciò che abbiamo"

Sanita-sardegna

CAGLIARI. “Non servono riforme sanitarie, ne abbiamo già visto tre, bisogna ripartire da ciò che c’è, migliorandolo e incrementando il personale, ripartendo dai territori più deboli e garantendo il diritto alle cure per tutti. Allo stato attuale con i commissariamenti si rischierebbe di creare un’ulteriore paralisi delle aziende”. È in estrema sintesi ciò che ha chiesto Guido Sarritzu, segretario regionale confederale della Uil Sardegna, che questa mattina, insieme ai colleghi della Cgil e Cisl ha partecipato all’audizione della Sesta commissione del Consiglio regionale.

“Per la Uil il tema della salute è primario”, precisa Sarritzu, “è indispensabile garantire la possibilità di accesso ai servizi per tutti i cittadini e sull’intero territorio regionale, offrendo sicurezza e qualità delle prestazioni. Gli attuali livelli qualitativi e quantitativi di erogazione delle prestazioni che impegnano circa la metà del bilancio regionale, non corrispondono a standard tali da garantire una equa ripartizione territoriale”.
 
E traccia un bilancio degli ultimi anni. “Abbiamo assistito a una forte contrazione dei servizi territoriali e non solo, con la conseguente implementazione delle attività nei grandi ospedali di Cagliari e Sassari che a loro volta non riescono a dar risposte ai pazienti anche solo per una visita specialistica, o ancora per il pronto soccorso, o per un intervento chirurgico e/o un ricovero”.
 
Per questo, secondo Sarritzu, “bisogna potenziare i servizi sanitari territoriali, rafforzando la specialistica per contribuire a ridurre le liste d’attesa, i ricoveri e il sovraffollamento dei pronto soccorso, dove il funzionamento è limitato dalla sproporzione tra la domanda sanitaria e le risorse disponibili sia professionali che logistiche e strumentali. Occorre un sistema che risponda alle esigenze di salute dei cittadini e dei territori oggi in grande sofferenza, e non della politica”.

Il segretario confederale della Uil Sardegna lancia un allarme. "Il sistema rischia di andare in tilt se non si avrà la capacità di investire e comprendere che la sanità non è un costo ma un investimento che deve garantire livelli essenziali di assistenza nell’intero territorio regionale da conseguire tramite un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni che superi la precarietà, internalizzando i servizi in appalto per evitare precariato, salari bassi e dumping contrattuale, rivedendo il ruolo di ARES e dando più poteri alle ASL”.
 
"I cittadini e i lavoratori sono stanchi di subire passivamente la riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale che puntualmente si ripresenta ad ogni nuova legislatura”, precisa Sarritzu, “anche quest’ultimo Disegno di Legge presentato dalla Giunta Todde, non inciderà in misura significativa a risolvere i problemi della sanità, in quanto orientato ad uno spoil system immotivato e indiscriminato, finalizzato al commissariamento delle Aziende e alla sostituzione dei Direttori Generali, con il rischio concreto di creare contenziosi milionari, ma che di fatto non garantisce il diritto alla salute e alle cure dei sardi. Oggi siamo stati auditi su un DDL che sarà completamente stravolto dal maxi emendamento come anticipato sulla stampa dalla Presidente Todde e sul quale ci eravamo già espressi qualche mese fa, di fatto, assistiamo al fallimento della politica nella gestione della sanità sarda”.