ASSISI. “È un passo storico dal quale non si può tornare indietro”. Con queste parole il Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli ha aperto la tre giorni del 1^ G7 su inclusione e disabilità svoltosi ad Assisi e Solagnano, alla presenza dei Ministri dei Paesi ospiti (Insieme all’Italia Canada, Stati Uniti, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, ma anche Kenia, Sud Africa, Tunisia Vietnam…)dei rappresentanti delle organizzazioni del Terzo settore, Istituzioni, persone con disabilità e loro familiari, operatori ed esperti dei vari ambiti coinvolti nei processi inclusivi.
Una piazza gremita quella di Assisi, città simbolo di accoglienza, fratellanza, solidarietà, inclusione. E poi i lavori più ristretti ma altrettanto partecipati in termini di rappresentanze sociali, nella splendida cornice di Solfagnano, da cui è scaturito un documento congiunto con i principi e dettati per la costruzione di una Società più inclusiva e solidale, verso il quale i Paesi si impegnano a mantenere viva l’attenzione e soprattutto l’azione politica, a partire dalle indicazioni i della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: autodeterminazione, libertà di scegliere dove e con chi vivere, progetti di vita, accessibilità, diritti e pari opportunità. L’apertura dei lavori di Solfagnano è stata curata dal Ministro e dall’alto Commissario Onu sui diritti umani Nada AI-Nashi che è intervenuta sull’importanza degli strumenti concreti di inclusione come priorità per scongiurare esclusione e segregazione per tutti i milioni di persone con disabilità che abitano le nostre comunità; la vulnerabilità può essere superata intervenendo sui contesti costruendo occasioni di pari opportunità con adeguati strumenti.
Prima ancora che di diritti civili stiamo parlando di diritti umani, e la necessità di una imminente riforma di un sistema di welfare fondato sul protagonismo attivo dei diretti interessati, stravolgendo dunque un sistema “risarcitorio” ed assistenzialistico verso un sistema partecipato di servizi co-progettati e personalizzati. Esserci significa già generare un cambiamento nel modo e nel metodo di fare inclusione davvero, adottando il principio del “nulla su di noi senza di noi”.
Gli Stati presenti e aderenti dunque orientano i loro indirizzi ai paradigmi inclusivi dettati dalle persone con disabilità, con la responsabilità di contaminare a loro volta, attraverso le loro azioni concrete, anche gli altri Paesi. L’Italia su questo percorso conta sul sistema di riforma segnato dall’approvazione della Legge Delega sulla disabilità approvata all’unanimità dal Parlamento nel dicembre 2021, che coglie in pieno attraverso la stesura dei Decreti delegati mette a sistema i principi della Convenzione Onu
Accessibilità universale e sport; Salute e benessere; inclusione lavorativa; formazione istruzione e università; progetto di vita. Queste le 5 sfide e strategie su cui tutto l’Osservatorio ONU (rappresentato da tutti i presidenti delle organizzazioni che lo compongono in sala con i Ministri) e gli stessi lavori delle giornate del G7 si sono orientati e sviluppati, al fine di fornire un dettato e un programma ai Governi interessati.
Mettere anche la disabilità e l’inclusione al centro dell’Agenda politica significa porre le basi per una concreta trasformazione delle società.
L’evento pubblico del 14 ad Assisi
Una voce corale si è aperta a tutta la cittadinanza, per la prima volta essendo i meeting del G7 solitamente rigorosamente riservati, proprio per far sentire la voce dei diretti interessati, le persone con disabilità e le loro famiglie che dal palco nella suggestiva cornice di Assisi sono intervenuti in un contesto internazionale con i Grandi della terra.
Dalla Sardegna presente anche Paolo Puddu, dirigente dell’associazione ABC Associazione Bambini Cerebrolesi, persona con disabilità di 39 anni, laureato con il massimo dei voti all’Università di Cagliari in Lettere indirizzo operatore per il turismo. Con orgoglio emozione e determinazione Paolo ha fatto sentire la sua voce “parlando con gli occhi”; con lui d’altri testimonial ragazze e ragazze con disabilità. Lo slogan per tutti è stato “si può fare” partendo proprio da loro per tutti e per ciascuno. Ciò che è necessario per qualcuno può diventare utile per tutti, proprio secondo il principio dell’Universal design for all.
Presente anche il Presidente di ABC Italia, sardo tra i fondatori dell’ABC negli anni ‘90 “oggi qui Paolo Puddu ha portato su quel palco internazionale tutte le nostre figlie e i nostri figli - evidenzia Espa - sono loro i veri rivoluzionari e i veri leader che ci dimostrano ogni giorno che l’inclusione si deve e si può fare e che la vita insieme è possibile costruirla giorno per giorno, nessuno escluso. Loro sono in grado di rendere la società davvero migliore per tutti”.
- Francesca Palmas