In Sardegna

Giornata mondiale del pane, nell'Isola prodotte circa 100mila tonnellate ogni anno

 

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 Marina Manconi, panificatrice e Presidente di Confartigianato Gallura

 

CAGLIARI. Il 16 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale del Pane, i panificatori sardi rendono omaggio a un alimento fondamentale della dieta mediterranea e simbolo di comunità e condivisione.

Secondo i dati di Confartigianato Sardegna, il comparto artigianale dell’isola produce ogni anno circa 100mila tonnellate di pane, offrendo oltre 800 tipi diversi, come Civraxiu, Coccoi, Moddizzosu e pani con olive o ricotta.

Marina Manconi, panificatrice e Presidente di Confartigianato Gallura, afferma che è doveroso celebrare un prodotto che non è solo nutrimento, ma anche cultura e tradizione.

Nonostante le difficoltà dovute alla crisi del grano e ai cambiamenti climatici, la panificazione artigianale continua a regalare grandi soddisfazioni, tramandando saperi e tecniche alle nuove generazioni. Con quasi 3mila quintali di pane sfornati ogni giorno, il settore della panificazione sarda contribuisce all’economia regionale con una spesa annua stimata in 186 milioni di euro da parte delle famiglie isolane.

Tuttavia, le attività locali sono sempre più minacciate da prodotti surgelati e importati e dalla concorrenza sleale del pane artigianale abusivo, come il carasau “fatto in casa” e venduto senza controlli.
È fondamentale distinguere il pane fresco artigianale da quello surgelato o parzialmente cotto, ribadisce Manconi.
La legge regionale del 2016, pensata per tutelare i prodotti locali, richiede un’applicazione più rigorosa per sostenere l’artigianato e garantire la qualità per i consumatori. Manconi critica anche la diffusa demonizzazione del pane nelle diete moderne, spiegando che contiene carboidrati, vitamine del gruppo B e minerali come potassio, fosforo e ferro.

Se consumato nelle giuste quantità, è fondamentale per una dieta equilibrata. Al contrario, denuncia l’uso eccessivo di additivi nei prodotti industriali, responsabili dell’aumento di intolleranze e disturbi alimentari.

Oltre a dover affrontare le sfide legate alla scarsità e all’aumento dei prezzi delle materie prime, i panificatori sardi si trovano ad assorbire i costi energetici in continuo rialzo.
Manconi conclude dicendo che produrre pane è una necessità sociale e non possiamo permettere che la produzione venga compromessa: il pane deve restare un bene accessibile a tutti. Per questo, Confartigianato Sardegna chiede interventi specifici a livello governativo per sostenere il settore e proteggere le filiere locali, dalla coltivazione del grano alla panificazione, promuovendo un consumo consapevole e responsabile.