In Sardegna

Bertolotti (Confcommercio): "Soldi stanziati per ristoratori e baristi? Fermi nelle casse della Regione"

ristorante-chiusura

CAGLIARI. "Un'intera categoria professionale gettata in un'angoscia nera". Sono le parole di Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sud Sardegna, riportate nero su bianco in una lettera inviata al presidente della Regione Christian Solinas, agli assessori al Bilancio, Commercio e Lavoro, rispettivamente Giuseppe Fasolino, Gianni Chessa e Alessandra Zedda, al presidente del Consiglio Regionale Michele Pais, e ai capigruppo di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale. Bertolotti chiede un incontro immediato con i vertici regionali e le imprese perché "nei prossimi giorni siano erogati i soldi di cui abbiamo diritto". 

"Le scriviamo per rappresentare la gravissima condizione economia e finanziaria degli operatori aderenti alla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) e cioè bar, ristoranti e locali consimili, per l’ennesima decisione assunta dal Governo che ha, come è noto, chiuso d’imperio tutte le attività, proprio nei giorni nei quali è maggiore il flusso d’affari - si legge nella lettera - Non intendiamo discutere in questa sede le decisioni del Governo: la situazione di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 è preoccupante ed i baristi e ristoratori sardi non intendono anteporre la loro vita alla salute della popolazione. Non riteniamo tantomeno utile sottolineare la negligenza nell’aver adottato un provvedimento così paralizzante a poche ore dal Natale e a seguito di una quantità di messaggi pubblici contraddittori e fuorvianti". 

"Ciò nondimeno non possiamo sottacere che, in queste condizioni - continua Bertolotti - un’intera categoria professionale è stata gettata in un’angoscia, se possibile, ancora più nera di quella scura, delle settimane trascorse. Dopo un anno di ristrettezze e angherie a corrente alternata, le nostre aziende sono prive di qualsiasi liquidità necessaria per poter mandare avanti le attività: utenze, locazioni,contributi sono spese che purtroppo non sono state né cancellate né differite. Parimenti i nostri associati hanno diritto a poter disporre del minimo vitale per sé e le proprie famiglie.Le azioni, limitate seppur meritorie, messe in campo dalla Regione sarebbero state di un qualche conforto. Ciò che non è stato possibile a causa della lentezza, davvero incomprensibile, delle burocrazie. Infatti, i denari già stanziati e spesso già determinati per la gran parte delle azioni approvate con legge regionale non sono stati ancora erogati, con un lassismo odioso e irresponsabile. Giacciono nelle casse regionali i fondi relativi ai programmi t1 / t2 / t3, al Fondo Emergenza Sardegna, al c.d. piano Sulcis , al bando PIA , alla linea prestiti presso la Sfirs , cosiddetta azione T4; così anche i T.V.B. –Bonus occupazionali, il Bando export nonché il Bando ricerca e sviluppo, i voucher StartUp e servizi innovativi". 

E conclude: "Una ingente quantità di denaro pubblico che la legge ha indirizzato alle imprese, sulla quale le aziende hanno elaborato i loro conti e che la burocrazia sta ingiustamente sottraendo agli aventi diritto. Se le nostre imprese avessero potuto incassare quanto loro dovuto, la terribile condizione di paralisi attuale, sarebbe affrontabile, pur se con molti sacrifici. Invece ci si abbandona ad uno stato di gravissima prostrazione. Chiediamo un immediato, concreto e visibile intervento perché nei prossimi giorni siano erogati i denari cui abbiamo diritto.In vista della programmazione finanziaria per il 2021, purtroppo ancora neppure presentata alle Commissioni consiliari, contro il dettato della legge e qualsiasi senso di umanità e solidarietà, le chiediamo un incontro formale per discutere con le imprese quali iniziative la Giunta ed il Consiglio regionale intendano assumere per essere fattivamente vicini alle categorie professionali che hanno pagato il prezzo più alto in questo sciagurato anno".