In Sardegna

Chiusura della Città del Sole, la versione dell'azienda: "Una sconfitta per tutti, ma c'erano troppe perdite"

Troppe perdite, anche in costante crescita. Non solo. Una proposta di tenere in piedi l'attività, con al lavoro una sola persona, che sarebbe stata rifiutata. Sono questi i motivi, secondo i responsabili della catena, che hanno portato alla chiusura della "Città del Sole" di Cagliari. La versione è quella dell'amministratore delegato Graziano Grazini, che prova a spiegare in una nota la posizione della società. Ieri Youtg.net aveva intervistato le tre dipendenti, arrabbiate e amareggiate per le modalità che hanno portato alla definitiva chiusura della serranda dello storico negozio di giocattoli di via Oristano. Di seguito la nota firmata da Grazzini. 

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"Il successo e le prospettive di un’impresa nascono dalle qualità delle persone che la compongono", è l'attacco. Poi il seguito: "Generare valore è una premessa indispensabile ad una corretta gestione ma sono le persone che, con il loro lavoro quotidiano, costruiscono avventure imprenditoriali come quella di Città del sole. La chiusura del nostro punto vendita di Cagliari è una battuta d’arresto per l’azienda ma, soprattutto, un dramma per le persone che ci lavorano e la ricostruzione dei fatti come la leggiamo in queste ore sui mezzi di comunicazione può prestarsi ad una visione incompleta che vorremmo integrare con alcuni elementi a nostro giudizio importanti per la lettura di una circostanza che, ripetiamo, lascia comunque tutti perdenti.

Il negozio di Cagliari era stato da noi rilevato nell’ottobre del 2012 dalla Parisi la quale lo gestiva in franchising valendosi dell’opera della sig.ra Paolucci e della sig.ra Lai. Il negozio aveva una situazione finanziaria molto pesante in quanto aveva un’esposizione debitoria significativa. La nostra azienda si è accollata i debiti ed ha mantenuto in forza sia la sig.ra Parisi che le sig.re Paolucci e Lai nella convinzione di poter in un tempo ragionevole risollevare le sorti di questa attività.

Tuttavia, per ragioni diverse tra loro ma certamente sotto gli occhi di tutti (crisi economica, spostamento dell’asse commerciale fuori del centro storico, perdita di potere d’acquisto etc.), il negozio di Cagliari da tempo ha registrato una drammatica flessione delle vendite (meno 25% dal 2010 allo scorso anno) a fronte di costi inevitabilmente crescenti.

Di fatto e da tempo, al di là dell’impegno di tutti, il negozio continua a produrre perdite.

Per questa ragione, già lo scorso anno avevamo proposto ai nostri collaboratori una riduzione complessiva dell’orario di lavoro ma la nostra proposta aveva incontrato un netto rifiuto.

L’esplosione della crisi nei primi mesi del 2017 (un ulteriore meno 18%) ci ha obbligati ad una scelta drastica quanto dolorosa: immaginare la prosecuzione dell’attività a Cagliari basandoci sull’apporto di una sola persona e la scelta era ricaduta su Roberta Parisi, storica anima del negozio, a cui abbiamo proposto di continuare nella conduzione per garantire la continuità dell’impresa in attesa di tempi migliori.

Questa scelta, certamente subita ma forse anche compresa dalle altre due collaboratrici part time, non è stata condivisa dalla signora Parisi che ha preferito abbandonare il campo.

 

E’ questo rifiuto, pur se legittimo ma del tutto inatteso, che ha portato alla chiusura del negozio nel peggiore dei modi con tutte le conseguenze del caso.

Sentivamo di dover dare questa spiegazione anche se, e siamo i primi a rendercene conto, cambia forse la prospettiva della vicenda ma non l’epilogo.