In Sardegna

"Io, sarda tornata da Bergamo, qui febbre e sintomi: perché nessuno mi ha fatto il tampone?"

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In Sardegna i contagi sono 107

 

CAGLIARI. "Sono rientrata in Sardegna il 6 marzo. Ero a Bergamo, dove lavoro. Una volta a casa ho avuto febbre, anosmia e altri sintomi compatibili con  il contagio da coronavirus. Ho chiamato tutti i numeri di emergenza della Sardegna, sanno tutto: perché non  mi hanno fatto il tampone?": a chiederlo è un'avvocatessa, sarda, dipendente di un ente pubblico nella città lombarda. Da quando è rientrata, appena sono entrate in vigore le misure di protezione - nazionali e regionali - si è messa in quarantena. A casa a Cagliari, sola, con marito e figlio trasferiti. Ha saputo che alcuni suoi colleghi, a Bergamo, sono risultati positivi al contagio. Così quando ha avuto la febbre, e quel bruciore alla gola, ha fatto il suo dovere: ha informato le autorità sanitarie. Più volte. Ora è in sorveglianza attiva, viene contattata quotidianamente. "Adesso sembra che i sintomi siano passati. Ma è una mia valutazione personale.  Venerdì, nel pieno rispetto dei termini stabiliti, potrò uscire", racconta. E si chiede: "E se fossi portatrice del virus? In teoria potrei andare anche a trovare mia madre, contagiarla. L'ho chiesto più volte, ma nessuno è venuto per farmi il tampone. Perché?, è la domanda che resta in sospeso. 

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