CAGLIARI. Gli eventi di cultura e spettacolo destinatari di contributi passerebbero da 70 a 14 (se si dovesse mantenere un tetto massimo di 30mila euro di contributo per ogni associazione). Ma già dallo scorso anno i finanziamenti erano dimezzati: si è passati da un milione e centomila euro del 2018 ai 581mila euro del 2019. Questo è lo scenario che si prospetta per le attività di cultura e spettacolo a Cagliari, che rischiano di dover trovare alloggio in altri comuni e di ritrovarsi costretti ad abbandonare il capoluogo di Regione.
Il nodo sta sulla proposta di modifica dell’articolo 8 del regolamento, fatta dall’assessore alla Cultura Paola Piroddi e dal sindaco Truzzu, che prevede l’introduzione di nuovi criteri per la valutazione della qualità dei progetti culturali, come ad esempio la presenza di ospiti nazionali o internazionali, o ancora il numero di spettatori e quindi anche la ripartizione delle somme in proporzione ai punteggi ottenuti sino ad esaurimento delle risorse.
Altra preoccupazione della minoranza in consiglio comunale è legata al fatto che oltre il 60 per cento delle richieste del 2018 non sono ancora state liquidate e gli uffici stanno mettendo in discussione l’erogazione dei fondi. “La nostra preoccupazione è iniziata a novembre”, ha detto Marzia Cilloccu di Progetto Comune, “ma in tutti questi mesi non abbiamo ricevuto risposte”. “Alcuni progetti culturali, che nella primavera 2018 sono stati approvati e finanziati, oggi hanno ricevuto una comunicazione di non idoneità per attività già svolte, altri si vedono richiedere i certificati di agibilità degli spazi utilizzati Siamo molto preoccupati”, ha spiegato la consigliera dei Progressisti Francesca Ghirra.
La collega dei Progressisti Francesca Mulas ha detto che "queste modifiche possono creare enormi disparità tra chi da anni fa cultura in città, con un sistema simile potranno andare avanti solo i grandi eventi e non gli appuntamenti minori, che le attività più piccole e con meno risorse saranno destinate a scomparire lasciando un enorme vuoto culturale in città”. Camilla Soru del Pd parla di “accanimento verso il settore culturale e incapacità di dialogo”. “Altro problema sono le tempistiche”, ha aggiunto Rita Polo di Progetto Comune, “non si possono neanche calendarizzare gli eventi”. Matteo Massa dei Progressisti suggerisce al sindaco Truzzu: “Di trovare un’assessora alla Cultura”. Intanto 51 operatori su 70 hanno firmato un documento che è arrivato negli uffici dell’assessorato alla Cultura, per chiedere un incontro con l’assessora Paola Piroddi.