In Sardegna

Desogus (M5S): "Vinciamo noi, gli altri non hanno un progetto per la Sardegna"

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TRAMATZA. “Centrodestra e centrosinistra non hanno un progetto per la Sardegna e provano a nascondere ai sardi i loro fallimenti. Noi siamo il vero cambiamento e noi vinceremo le elezioni”. Oltre 250 persone hanno partecipato stamattina all’assemblea organizzata a Tramatza dal Movimento 5 Stelle. Guidati dal candidato alla presidenza della Regione Francesco Desogus, candidati, portavoce e parlamentari hanno illustrato il programma elettorale. “Ormai centrodestra e centrosinistra non hanno neanche più ritegno a copiare parti del nostro programma” ha spiegato Desogus. “Dopo aver preso le distanze dalla Asl unica, pochi giorni fa Massimo Zedda ha smentito Pigliaru sulla dorsale del metano e ha dovuto perfino ammettere che il reddito di cittadinanza avrà una ricaduta positiva. Allo stesso modo, centrodestra e centrosinistra pensano di dare più potere ai comuni dopo aver fatto della Regione uno strumento accentratore di potere. Non sono credibili”.

Al tavolo Desogus ha voluto insieme a sé i sindaci di Dorgali e Porto Torres, Itria Fancello e Sean Wheeler, i parlamentari Emanuela Corda, Elvira Lucia Evangelista e Alberto Manca. “Abbiamo un’opportunità storica e la dobbiamo cogliere” ha continuato Desogus. “Siamo di sicuro la prima forza politica in Sardegna e rappresentiamo la parte del popolo sardo che vuole speranza. Solinas invece si nasconde dietro il volto di Salvini per provare a illudere i sardi, mentre Zedda non spiega perché al posto suo non c’è Pigliaru. Era lui che si doveva ripresentare al giudizio degli elettori. Zedda sta anche mancando di rispetto ai cittadini perché doveva mantenere il suo impegno da sindaco. Ma con questi atteggiamenti dimostrano solo di essere solamente i rappresentanti della vecchia politica che noi vogliano spazzare via”.

“Una cosa è certa” ha puntualizzato Desogus, “dopo aver vinto le elezioni noi governeremo solo nell’interesse dei cittadini, mentre centrodestra e centrosinistra faranno gli interessi di fazioni e gruppi di potere, come i sardi hanno già sperimentato”.