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A Cagliari uno spazio per i più fragili negli immobili confiscati ai criminali

 
CAGLIARI. Case, locali commerciali, ma spunta anche una villa. Sono i beni sequestrati alla criminalità organizzata che ha riciclato il denaro sporco acquistando immobili intestati a prestanome. Oggi a Cagliari se ne contano una quindicina. E tutti sono destinati a diventare una sede per le persone più sfortunate. Verranno occupati soprattutto da donne: vittime di violenza domestica, ex detenute, tutte con gravi difficoltà economiche e spesso mamme.
 
Ma ci sarà spazio anche per i papà separati che non hanno una casa dove poter ospitare il loro bambino, o ancora per i senzatetto. Prima di arrivare nelle disponibilità dell’assessorato al Patrimonio si deve affrontare la burocrazia. Il Comune presenta un progetto all’agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, solo dopo l’approvazione da parte dell’ente, il bene può tornare nelle disponibilità dei servizi sociali che indica quali sono le esigenze maggiori in città. Poi il patrimonio fa la sua parte. Sono dislocati in varie parti della città: Sant’Avendrace, San Michele e Pirri.
 
Ma c’è anche una villa di un boss a Medau Su Cramu, in quel caso per procedere al cambio d’uso, bisogna però verificare la possibilità di sanare lo stabile da quattro piani che sarebbe abusivo. Spunta anche un locale commerciale in via Savoia: verrà affittato e i proventi destinati ai progetti dedicati alle mamme in condizioni di povertà che si trovano in altre strutture. La casa per i papà separati nascerà in via Sampante dove in quasi 200 metri quadrati potranno ospitare i loro piccoli. “È un segnale che si vuole dare alla collettività”, ha spiegato Carlo Tack, assessore al Patrimonio del Comune di Cagliari, “la criminalità non vince, ci riprendiamo i beni acquistati con soldi sporchi”.