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Cagliari, lavoro agile in Comune: "Un modello da riorganizzare"

Smart-Working

CAGLIARI. Con l'epidemia anche i dipendenti del Comune di Cagliari hanno lavorato in smart working. Una rivoluzione che ha riguardato circa 900 lavoratori, che hanno continuato a fornire il servizio da casa. C'è, adesso, da registrare il sistema. Perché se tutto più o meno ha funzionato, secondo l'opposizione, lo si deve molto alla buona volontà dei dipendenti. 


"In pochi giorni, a partire dal 10 marzo quando è stato imposto in tutta Italia il lavoro a distanza, il Servizio personale e il Ced del Comune hanno messo in campo le nuove modalità lavorative che hanno consentito di garantire la tutela dei lavoratori e degli utenti, certificata dal fatto che non c’è stato alcun focolaio di covid-19, assicurando allo stesso tempo il mantenimento degli standard dei servizi. Ciò è stato possibile anche grazie alla disponibilità di tutti i dipendenti" Lo sottolineano le consigliere del centrosinistra Francesca Ghirra, Francesca Mulas, Camilla Soru e Rita Polo, componenti della Commissione valutazione presieduta da Salvatore Sirigu.

"Nelle scorse settimane sono emerse criticità sull’aspetto 'strumentale e tecnologico' delle nuove modalità di lavoro, sullo stress dei dipendenti e sulle 'carenze contrattuali' che hanno caratterizzato questa fase", scrivono le consigliere, "I rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle Rsu hanno sottolineato che la buona performance dell’amministrazione è stata possibile grazie alla disponibilità dei dipendenti nell’adeguarsi a questa fase complessa che hanno garantito i servizi del Comune senza badare a orari e giorni lavorativi, che si trattasse di feriali o festivi, utilizzando anche i propri pc e strumenti e la propria connessione domestica. Ci teniamo per questo a ringraziare tutte le lavoratrici e i lavoratori del Comune di Cagliari e sottolineare che l’Amministrazione non può prescindere dalla tutela della salute e del benessere del personale, oltre a garantire gli istituti contrattuali previsti per i dipendenti pubblici".

"Con queste premesse – proseguono le consigliere Ghirra, Mulas, Soru e Polo - abbiamo pensato a un documento, già proposto alla Commissione, per ripensare le modalità di lavoro e di valutazione degli obiettivi anche alla luce dei risultati ottenuti dai singoli dipendenti durante la fase di lockdown: chiediamo di ragionare seriamente, insieme alle parti sociali, su come gestire le nuove fasi e le nuove modalità di lavoro e organizzazione dei servizi, al fine di garantire la qualità per la cittadinanza e il benessere lavorativo ai dipendenti e introdurre gli istituti contrattuali che garantiscano il cosiddetto 'diritto alla disconnessione', gli straordinari, gli incentivi. Ci preme soprattutto che siano individuati strumenti per garantire la tutela delle donne lavoratrici e la conciliazione dei tempi casa/lavoro, soprattutto per le dipendenti madri. Chiediamo che sia data l’opportunità a chi voglia proseguire la propria attività in telelavoro o lavoro agile di poterlo fare, lasciando che tale decisione sia su base volontaria, ma allo stesso tempo che chi voglia rientrare in ufficio possa farlo compatibilmente con le disposizioni di contenimento del contagio. Confidiamo che la mozione possa essere condivisa da tutta la commissione e portata quanto prima all'attenzione del Consiglio comunale".