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CAGLIARI. La rete di traffico di stupefacenti era stata già sgominata, ora è stato trovato il bottino (o una parte), nascosto da una serie di attività di facciata e beni immobili per una rete da due milioni di euro. Questa la scoperta della polizia di Stato: i due responsabili sono già in carcere, furono arrestati con l'operazione "Primavera Fredda" tra Cagliari e Nuoro del 2023. Già all'epoca il giro di affari, si parla principalmente di cocaina, era stimato per 25 milioni di euro e in totale 27 persone furono arrestate.
Le azioni della polizia erano state anticipate stamattina, ma ora arrivano i dettagli: i due i soggetti al vertice, circa 40enni le cui generalità non sono state rese note, attualmente sarebbero in carcere a Badu 'e Carros sono stati raggiunti dai provvedimenti di sequestro che hanno coinvolto 11 immobili, tra terreni e fabbricati, ubicati nelle province di Nuoro e Sassari, una ditta individuale, le quote e il compendio aziendale di 3 società del settore agro-pastorale e immobiliare, 5 autoveicoli e diversi rapporti finanziari. “Stamattina abbiamo eseguito, su disposizione del Tribunale di Cagliari, un sequestro d’urgenza come misura di prevenzione patrimoniale, prevista dal codice antimafia, nei confronti di due soggetti. Operazione scaturita a seguito di verifiche di attività di indagine patrimoniale che si sono concentrate soprattutto sull’illecito accumularsi di un patrimonio derivante dall’attività criminale di questi soggetti nel passato”, spiega il capo della divisione anticrimine Roberto Cilona.
Una vasta operazione investigativa, quindi, figlia del primo filone di indagine risalente a più di due anni fa, per cui hanno interagito il servizio centrale Anticrimine del dipartimento della Pubblica sicurezza e la divisione Anticrimine della questura di Cagliari, ai sensi della normativa antimafia. Le complesse indagini patrimoniali hanno permesso di ricostruire un articolato sistema di intestazioni fittizie e movimenti patrimoniali sospetti, conducendo all'individuazione di un ingente patrimonio, probabilmente frutto del traffico di droga. Il sequestro è avvenuto tra Sassari e Nuoro.
“Questa operazione ha una sua importanza nel territorio perché le misure di prevenzione patrimoniale non sono state applicate granché in terra sarda e risultano essere uno strumento validissimo per l’aggressione dei patrimoni illeciti. Si sa bene che un criminale da per scontato la possibilità di aver sottratta la libertà personale per qualche anno, quello che non immagina è perdere il frutto dei proventi illeciti, il suo ‘sacrifico’”, fa sapere Cilona.









