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CAGLIARI. “L’adolescente normale è agitato, non c’è niente da fare. L’adolescente anomalo è quello che si isola nella cameretta che continua a parlare solo con la mamma. Ecco, l’adolescente che parla solo con la mamma è un caso clinico”. Ad affermarlo è il noto pedagogista italiano Daniele Novara, oggi a Cagliari per un incontro al Caesar’s Hotel a Cagliari, in vista della conferenza di domani dal titolo “Aprire Orizzonti” e organizzata dalla cooperativa sociale Casa Emmaus di Iglesias.
Sui frequenti e recenti episodi di violenza in città, con protagonisti adolescenti che vengono definiti spesso "fuori controllo e fragili", il counselor e formatore piacentino ha detto no a inutili allarmismi. “Sulla violenza dei nostri ragazzi, il dato empirico ci dice che non sono di certo più violenti delle generazioni precedenti, né più ribelli”, spiega Novara.
Tra le cause individuate dal pedagogista c’è anche il continuo utilizzo dei social. “Fanno fatica a stare insieme perché i social li isolano – continua Novara – nel momento in cui uno fa otto ore sui social e poi nel weekend si trova in discoteca o in un pub con una massa, anche abbastanza critica, di coetanei, non è preparato”.
Ma come devono comportarsi i genitori per cercare di gestire queste situazioni? “Devono cercare di evitare l’intimità con gli adolescenti. Puoi avere intimità con i bambini, ma i ragazzi hanno la loro vita al di fuori della famiglia”, spiega Novara, ma il pedagogista fa riferimento anche ad alcuni colloqui avvenuti nel suo studio: “Dei genitori mi chiedo ‘vorrei avere un bel rapporto con mio figlio di 17 anni’ io rispondo che è impossibile”.
Tra i temi toccati dal pedagogista di Piacenza c’è anche quello dell’educazione sessuale, un argomento che spiega essere in forte carenza nelle scuole italiane. “L’educazione sessuale nelle scuole statali non è prevista sostanzialmente, se non in termini biologistici. Ovviamente non è una questione solo di biologia, ma di associare gli elementi emotivi, sentimentali e affettivi anche con l’elemento corporeo. La scuola è pagata dai contribuenti per dare tutto quello che serve nell’imparare a vivere. Non tiriamoci indietro perché è pericoloso”, conclude Novara.