Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
ORISTANO. Ci sono anche due quindicenni sardi, dell'Oristanese, e un diciassettenne del Sassarese, tra i minorenni coinvolti nella maxi operazione della polizia di Stato contro giovanissimi, tra i 13 e i 17 anni, che sarebbero inseriti in contesti estremisti di matrice suprematista, accelerazionista, antagonista e jihadista.
Sono state eseguite 22 perquisizioni in tutta Italia. Con l'attività di intelligence, sarebbe emerso infatti un progressivo innalzamento del coinvolgimento di minorenni in contesti di devianza e criminalità minorile in ambiti di "eversione e terrorismo interno ed internazionale".
Tutti i percorsi di radicalizzazione sarebbero avvenuti sul web. Nell’ambito delle attività nei confronti di estremisti di destra, su delega della Procura dei Minori di Cagliari, sono stati perquisiti due minorenni di 15 anni residenti in provincia di Oristano, un minore di 13 anni residente in provincia di Cosenza, un 17enne residente nella provincia di Messina e un 15enne residente nel padovano. Le indagini su questi giovanissimi sono partite a seguito di un'altra indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari a carico di un 14enne già perquisito lo scorso 11 aprile ad Oristano dalla Squadra Mobile per aver pubblicato sul suo profilo Facebook fotografie con il volto travisato mentre impugna armi da taglio e da sparo. In quell'occasione il minore aveva consegnato di sua spontanea volontà, oltre a una bandiera con la croce celtica, un fucile a pompa giocattolo, privo di tappo rosso, con impresse numerose scritte e simboli riconducibili alla galassia suprematista, nonché i nomi dei noti attentatori Anders Breivik, Stephans Balliet, Alexandre Bissonette e Patrik Crusius.
Inoltre, su delega della Procura dei Minori di Cagliari, è stato perquisito un 17enne residente nella provincia di Sassari, emerso dallo sviluppo investigativo inerente ad un’indagine, avviata nel 2023, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cagliari a carico di un 19enne tratto in arresto il 6 settembre 2024 dalla DIGOS di Cagliari per arruolamento con finalità di terrorismo commesso per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale e religioso e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.
Nel contesto delle attività di contrasto alla minaccia jihadista, su delega della Procura dei Minori di Bologna, è stata eseguita una perquisizione di un 17enne, residente in provincia di Ravenna, emerso a seguito di accertamenti sviluppati su indirizzi IP, acquisiti in ambito di collaborazione internazionale, che hanno registrato connessioni con spazi web riconducibili alla propaganda jihadista tra cui l’“Al-Raud Media Archive”, spazio riconducibile all’Islamic State dove è consultabile materiale jihadista proveniente dai canali mediatici del Califfato quali la rivista Al Naba, la fondazione mediatica Al-Furqan e la radio Al-Bayan. Dagli approfondimenti svolti sono emerse centinaia di connessioni dall’utenza in uso al giovane, emerso altresì per aver condiviso in gruppi WhatsApp contenuti propagandisti di medesimo tenore.
Trovati e sequestrati i dispositivi telefonici e informatici degli indagati che verranno successivamente analizzati. All’interno degli stessi, al momento, le preview hanno comunque permesso di rilevare la presenza di numerose chat d’area estremista (sia di matrice jihadista sia suprematista) con contenuti d’interesse quali immagini di guerriglieri armati e armi da fuoco.
All’interno delle abitazioni sono stati trovati manuali e documenti di matrice suprematista e nazionalsocialista, alcune riproduzioni di armi da sparo prive di tappo rosso, giacche militari da combattimento, passamontagna anche di tipo militare, materiale per l’addestramento soft air e una divisa delle SS.
Interessante, in proposito, l’analisi del fenomeno dalla quale si evince che il processo di radicalizzazione – dalla prima esposizione a materiale terroristico, alla pianificazione ed esecuzione dell’attacco – avviene con tempi notevolmente ridotti. Il tempo medio di radicalizzazione è passato dai 16 mesi del 2002 ai 10 mesi circa del 2015 fino ad un arco temporale attualmente di sole alcune settimane, tanto che tutte le nuove indagini hanno imposto un repentino e mirato intervento di disruption in ragione della riscontrata capacità e volontà di attivazione degli indagati nell’attuazione di azioni controindicate.
Anche il trend registrato a livello europeo indica i giovani – anche infra quattordicenni – come soggetti maggiormente esposti al rischio di radicalizzazione spesso violenta. In particolare, si sono registrate crescenti capacità di “anonimizzazione” degli utenti in rete, la costante presenza di soggetti minorenni e la riconducibilità di condotte delittuose a condizioni di solitudine, disagio socio-economico e disturbi mentali. A titolo esemplificativo, nel 2024 in Europa, circa due terzi degli arresti di soggetti legati all’ISIS hanno coinvolto adolescenti mentre in Gran Bretagna un sospettato per terrorismo su cinque è classificato come minorenne.