CAGLIARI. "Apprezziamo la disponibilità al dialogo della presidente, ma non c'è stata nessuna presa d'atto da parte dei comitati che questo percorso sia l'unico possibile". Inizia così la lunga lettera dei comitati contro la speculazione energetica il giorno dopo il confronto con Alessandra Todde in viale Trento.
"La nostra posizione su questo aspetto è esattamente contraria, così come restano in piedi numerosi punti oscuri", si legge in una nota, "Dobbiamo purtroppo constatare di essere molto lontani da una soluzione che possa definirsi ragionevole e, anzi, su alcune questioni, di soluzioni al momento non se ne intravedono proprio".
I comitati elencano quindi punto per punto tutti i punti oscuri: "Allo stato attuale delle cose: I siti di Barumini e Saccargia sono compromessi perché i progetti di Fer nelle loro prossimità sono stati definitivamente autorizzati; i 6,2 GW di rinnovabili assegnati alla Sardegna non sono stati argomento di discussione col Governo e non emergono da alcuna analisi dei fabbisogni dell’isola; non è stato richiesto al Governo né ottenuto un tetto massimo alla potenza installabile, l'eolico a mare resta totalmente fuori dalla competenza della regione e non è stato messo in discussione; restano in piedi tutte le oltre 800 richieste di connessione complessive tra fotovoltaico, eolico a terra e a mare per quasi 58 GW di potenza complessiva; sui progetti già autorizzati e quelli che lo saranno da qui alla pubblicazione delle linee guida non vi potranno essere interventi, salvo cercare un confronto col Governo per analizzarli uno per uno, sul tyrrhenian link non c’è alcuna presa di posizione; sul metano le versioni della presidente sono discordanti: mentre durante il confronto ha affermato che sarebbe servito per i caseifici (tesi subito smontata) e per convertire le centrali a carbone, alla stampa ha detto invece che saranno i 6,2 GW di Fer che il coordinamento contesta a essere utili per la sostituzione delle centrali a carbone "di cui nessuno parla" (?)"
"Siamo consapevoli della gravissima situazione ereditata dalla presidente e da questa maggioranza, conseguenza di atteggiamenti complici e remissivi da parte delle giunte precedenti e frutto delle continue e ripetute prevaricazioni da parte dei governi che si sono succeduti alla guida dell’Italia, ma oggi la Sardegna si trova a un bivio e sta rischiando di imboccare una strada senza possibilità di ritorno con conseguenze permanenti e devastanti sul territorio e il futuro dei sardi, e per far fronte a quest'emergenza abbiamo necessità di coraggio, determinazione e preparazione", commentano i comitati.
E contestano "i proclami entusiastici": "Ci attendiamo invece un atteggiamento più rispettoso della nostra posizione".
Intanto domani nel primo pomeriggio si terrà la grande mobilitazione - aperta a tutti - a Saccargia.
- Redazione