CAGLIARI. La Sardegna resta arancione. Il Tar ha respinto il ricorso presentato dalla Regione contro il ministero della Salute. "Alla luce della documentazione e degli atti depositati", scrive il giudice Dante D'Alessio, "il ricorso non appare assistito, ad un primo sommario esame tipico della fase cautelare, da sufficienti elementi di fondatezza".
Il Tar spiega che il 22 gennaio la fascia di rischio è stata assegnata "in base alle risultanze delle valutazioni fatte, nella stessa data, dalla Cabina di Regia dedicata al monitoraggio del rischio sanitario e dal Comitato Tecnico Scientifico". In quell'occasione "sono state applicate le nuove disposizioni volte a contrastare il diffondersi dell’epidemia da Covid-19 dettate con il decreto legge 5 gennaio 2021 n. 1, con cui sono stati introdotti nuovi parametri di classificazione delle regioni a maggiore rischio epidemiologico", oltre alla norma che introduce la quattro fasce di colore.
In zona arancione finiscono "le regioni nel cui territorio si manifesta un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, che si collocano in uno scenario almeno di “tipo 2” (con riferimento al valore del RT), con un livello di rischio almeno “moderato”, ovvero che si collocano in uno scenario di “tipo 1” e con un livello di rischio “alto”".
L'applicazione dei nuovi parametri, spiega il Tar, "è effettuata mediante uno schema che prevede l’assegnazione del colore in modo automatico sulla base della probabilità e dell’impatto accertati in base ai dati oggetto del rapporto settimanale dell’ISS che, sulla base delle segnalazioni trasmesse, indica il rischio epidemiologico delle regioni in base a diversi indicatori". E alla Sardegna "è stata assegnata la zona arancion perché, sulla base dei parametri predeterminati, è risultata “alta” la classificazione complessiva del livello di rischio, accertato con i dati dell’incidenza dei casi su 100.000 abitanti (rispettivamente 203,81 e 78,57 nei 14 giorni e nei 7 giorni di rilevazione); con il dato di RT (di 0,95) e con l’indicatore 1 della compatibilità RT sintomi puntuale con gli scenari di trasmissione".
Il tar rileva che "tali dati e tali parametri, accertati nel previsto periodo di rilevazione, non sono risultati successivamente erronei".
Ecco cosa si legge nel provvedimento: "Non può condividersi la tesi sostenuta dalla Regione secondo cui la classificazione in zona arancione della Sardegna è stata determinata da una valutazione discrezionale ed immotivata degli organi tecnici dell’Amministrazione posto che tale valutazione è frutto dell’applicazione della tabella e, per quanto riguarda la classificazione del rischio (che indubbiamente è stata decisiva per l’assegnazione della Sardegna in zona arancione), è frutto dell’applicazione di numerosi criteri -- per lo più automatici o che comunque sono espressione di discrezionalità tecnica (che non può essere sindacata se non quando manifestamente illogica)-- elaborati con un algoritmo, che sono stati scelti per monitorare l’andamento dell’epidemia e riguardano diversi ambiti: la capacità di raccolta dati delle singole regioni, di testare i casi sospetti, la possibilità di garantire adeguate risorse per contact tracing, isolamento e quarantena nonché la tenuta dei servizi sanitari".
In Sardegna nel periodo di rilevazione, erano risultati peggiorati quattro indicatori importanti: la percentuale di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive, l’incidenza dei casi attivi ogni 100.000 abitanti, l’andamento dei focolai e la completezza e la velocità di trasmissione dei dati.
Da qui l'arancione.
Il 29 gennaio la Cabina di Regia, dopo aver esaminato i nuovi dati del report riguardante il periodo di rilevazione 18/24 gennaio 2021, ha espressamente esaminato la richiesta della Regione di ottenere una “nuova classificazione… al fine di alleviare le misure di contenimento attualmente previste” ed ha confermato il “miglioramento della situazione con attuale classificazione a rischio basso con una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 1, coerente con un riposizionamento del livello di mitigazione secondo le modalità e i tempi previsti dalla normativa vigente”.
Ma è stata applicata la legge: i parametri devono essere bassi per due report consecutivi. Due settimane, quindi.
E i danni economici non sono prevalenti, secondo il Tar: "Non sussistono i presupposti per la concessione di una misura cautelare monocratica", spiega il giudice, riferendosi a un'eventuale sospensione dell'ordinanza, "tenuto conto che, nella comparazione degli interessi coinvolti, deve ritenersi prevalente, come ha sostenuto l’Avvocatura dello Stato, la tutela del diritto alla salute". In più, sottolinea il Tar, è prevedibile che la Sardegna torni gialla già da domenica. Quindi: niente anticipazione, c'è da aspettare.
- Redazione