CAGLIARI. Braccio di ferro tra Aias e Ats, l'azienda sanitaria unica regionale: l’associazione per l’assistenza degli spastici che fa capo alla famiglia Randazzo è sotto accusa per il mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti, così l’azienda della tutela della salute ha deciso di sciogliere il contratto. Fino a dicembre però le erogazioni per gli oltre tremila pazienti sono salve e l’Ats continuerà a pagare. Carte alla mano oggi l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano dichiarano convinti che Ats e Regione hanno fatto le cose “regolarmente”. “Dal sistema sanitario regionale l'Aias, dal 2014 a oggi, ha percepito circa 160 milioni”, ha detto Arru, “mi sembra una cifra ragguardevole”.
Rimane l’incognita del contenzioso. Secondo i conti dell’associazione prima dell’insediamento della giunta Pigliaru (2014) il credito ammontava a 44 milioni, ma l’assessorato e l’Ats replicano che si tratta di 15 milioni. "E 5 sono stati già pagati". Nel frattempo i lavoratori continuano a protestare chiedendo rassicurazioni sul loro posto di lavoro.
“Un caso nazionale: il cattivo pagatore vessa il creditore”. Così Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia, interviene sulla risoluzione delle convenzioni. “Prima non pagano e mettono in sofferenza l’associazione, mettendola in difficoltà, poi le tolgono la convenzione perché non avrebbe le risorse necessarie per operare. Nel frattempo un ente straniero sta sbarcando nell’isola per esercitare la stessa attività dell’AIAS. Poiché la Giunta non può non sapere di questa coincidenza, nota a tutti gli operatori del settore, non può pertanto ignorare le conseguenze logiche della propria condotta, che è diventata un vero e proprio accanimento. Noi chiediamo per l’ultima volta all’assessore e all’ATS di riflettere e di non perseverare in questa follia e porteremo il caso anche in Parlamento. Accenderemo tutti i riflettori per fare piena luce e – ha concluso Cappellacci- per difendere i lavoratori e le loro famiglie ed una realtà sarda che da anni assicura assistenza a chi soffre”.
I sindacati si scagliano invece contro la gestione dell'associazione: “Il trattamento riservato da Aias ai lavoratori e alle loro rappresentanze, con i gravissimi ritardi nel pagamento delle retribuzioni e le difficili condizioni di lavoro, ha determinato l’attuale situazione di crisi, dalla quale si può uscire soltanto mettendo al centro dell’attenzione l’interesse dei pazienti e dei lavoratori. Occorre prima di tutto adottare ogni misura utile a garantire la continuità dei servizi e i livelli occupazionali, e occorre anche iniziare a ragionare seriamente del superamento della condizione di quasi monopolio nell’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie, una condizione che è concausa sia del contenzioso tra Aias e amministrazione regionale sia della crisi attuale”.