CAGLIARI. Avanti, c’è posto in Consiglio regionale. O meglio nelle “autorità dipendenti” (per intenderci gli uffici dei Garanti, del Corecom, del Difensore civico) che per funzionare hanno urgente bisogno di braccia e cervelli. Da trovare subito. Così nell’assemblea sarda spunta una proposta di legge (lo schieramento è trasversale) per assegnare i posti a disposizione ai dipendenti dei gruppi consiliari. Una procedura che non va giù a un gruppo compatto di sindacati (sette sigle) che, è vero, riconoscono le “criticità e difficoltà in cui versano le Autorità di garanzia a causa della grave inadeguatezza dell’attuale contingente di personale assegnato a tali uffici”. Ma dicono no alla scelta di riempire le caselle vacanti attingendo dal personale dei gruppi (“disposizione palesemente illegittima”) e chiedono invece concorsi pubblici per “il reclutamento di specifiche e qualificate professionalità”.
La proposta di legge – presentata il 31 luglio da Pietro Cocco (Pd), Anna Maria Busia (Cd), Francesco Agus (Campo progressista), Daniele Cocco (Art. 1-Sdp), Gianfranco Congiu (Pds), Attilio Dedoni (Riformatori), Gaetano Ledda (Psd’Az-La Base), Gianluigi Rubiu (Udc), Paolo Truzzu (Fdi), Pierfranco Zanchetta (Upc), mentre Alessandra Zedda (Fi) ha firmato e poi ci ha ripensato – spiega invece che alle “autorità indipendenti già esistenti se ne sono aggiunte due: il Garante dell’infanzia, appena nominato, e il Garante delle persone private della libertà personale, di prossima nomina”. E, considerando che l’ufficio del Difensore civico è “dal punto di vista dell’organico” praticamente inesistente” e che anche il Corecom patisce “difficoltà relative al personale”, una soluzione c’è: “Una legge che preveda, per tutte le Autorità di garanzia allocate nel Consiglio regionale la possibilità di attingere dal personale del Sistema Regione e della pubblica amministrazione”.