QUARTU. Il locale stava per essere ceduto (o, almeno, parte delle quote), ma l’incendio di martedì notte ha mandato in fumo anche una trattativa che si sarebbe chiusa mercoledì mattina. Poche ore dopo. Non solo: quello finito su tutte le cronache è stato il rogo definitivo. La notte precedente un altro tentativo di appiccare le fiamme non è andato a buon fine, almeno nell’ottica di chi voleva devastare tutto. Spuntano nuovi retroscena dopo l’incendio che ha distrutto l’Oasi 7 Vizi sulla spiaggia di Quartu.
Mentre gli inquirenti indagano per capire chi e perché ha dato fuoco alla discoteca sul mare – senza autorizzazioni e con le concessioni in scadenza il 15 giugno, con un ricorso al Tar pendente contro il Comune di Quartu che aveva ritirato le autorizzazioni - emergono delle trattative che avrebbero dovuto portare al passaggio di mano dell’attività – o di buona parte delle quote - con subentro nella gestione di nuovi imprenditori già attivi nel settore della vita notturna del Cagliaritano. Spunta anche una possibile soluzione del giallo sulla commistione delle pagine Facebook di 7 Vizi e Dubai Planet: tra coloro che gestivano l’organizzazione degli eventi dei due locali – il secondo, negli spazi dell’ex Cineworld di viale Monastir, è di proprietà dell’imprenditore cinese Chen Renfreng – c’era una partnership. Che potrebbe essersi rotta, non nel migliore dei modi: da qui il corto circuito tra pagine ufficiali, che hanno cambiato nome dopo l’incendio (LEGGI QUI).
La conferma della trattativa arriva dall’amministratore della cooperativa Blue Oasis – che gestiva l’Oasi 7 Vizi – Giuseppe Curreli: “Vero, c’erano degli imprenditori interessati a rilevare delle quote”. Quante fossero, queste quote, non è dato saperlo. Certo è che lunedì notte qualcuno ha provato a bruciare il locale, ventiquattr’ore dopo c’è riuscito. E mercoledì mattina c’era da firmare una cessione di proprietà.