CAGLIARI. Un “cuore artificiale” per continuare a vivere: è questa l’alternativa al trapianto di cuore presentata questa mattina dall’équipe di cardiochirurgia del Brotzu. Si tratta di un dispositivo meccanico di assistenza cardiaca (LVAD), già impiantato su due pazienti sardi, di 62 e 68 anni, nel mese di maggio, che garantisce una sopravvivenza sovrapponibile a quella del trapianto. “È un’alternativa nata per due motivi principali: la scarsità delle donazioni di cuore e l’aumento esponenziale dei pazienti con scompenso cardiaco. Per far fronte a queste due difficoltà la tecnologia è riuscita a produrre questo dispositivo che dà qualche speranza in più ai pazienti”, ha dichiarato Emiliano Cirio, direttore di cardiochirurgia del Brotzu. Alternativa che avrà un forte impatto economico sul sistema sanitario: il costo della macchina è infatti di 93 mila euro. Alla presentazione dei dispositivi anche l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, che ha ribadito l’urgenza di contrastare la narrativa di un sistema sanitario che “sembra fare acqua da tutte le parti”: “In base ai dati che vediamo le attività degli ospedali della Sardegna, che vogliono essere tutelati anche giustamente, non corrispondono ai servizi reali che potremmo dare: questo condiziona completamente l’attività. Bisogna avere il coraggio di cambiare ma non per togliere servizi”.